Page 15 - Raccolta amplissima di canti popolari
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\-2 PREFAZIONE
sopra gli altri (1); e quesle memorabili pa lora si disse siciliana, ora è giusto e bello
role vi agg'iunse: lalchii in quel tempo (itt- dire italiana, perchó patrimonio di tutti i
io cío che i predecessori nostri compose- popoli componenti Г itálica famiglia. Lo
To in volgare, si chiama siciliano, il che ¿tesso Dante cosi le divide nel XII cap. della
rilenemo ancora not, ed i nostri posleri Volgare eloquenza, e della ruslica o plebea
non lo polranno mulare. Qiiesla solenne favella reca ad esempio la canzone di Chil
sentenza del padre dell' itálica lingua, sia lo, e della cortigiana le canzoni di Guido
suggello da non far rivivere dubbii nell'ani- délie Colonne: Ancor che Г асqua per lo
mo più riotloso e balzano che sia; ma a foco lasse; e 1' altra Amor che lungañien
maggior chiarimento del vero, dicevol cosa te mi hat menato etc.
sarebhe le^gersi quanto Г Alio lasciö scritto Dell' insulare favella, antica tanto che la
al proposito Del § IV del Ragionamento istoria appena puö indágame le riposte fon-
storico sulla volgar poesia ti, prohabilmenle eran viví i germi quando
Teocle addusse la prima colonia greca in
II. Sicilia, appiè del monte Tauro elevo le mu
ri di Nasso, e quindi sorsero Megara , Si-
DELL' АПТ1СП1ТА К ОШГ.1КЕ DRLLA ГAVELU DA fonia, Catania, Siracnsa. Tra la presente e
ESSI А1ЮГКНАТА, E COME SI È DAL SECOLO Г antichissima sicula lingua certo esistea ta
XI sin' ocgi martemta. le e tanta differenza da non comprendere!
vicendevolmente se noi in qnei remotissimi
Per la convenevole illustrazione de' Can- sccoli fossiino vissuli, o quelIi nel nostro ;
Ii popolari, che produciamo, è meslieri qui ma non é improbahile che parto de' vincoli
giunti formarci alquanto, e dire alcun che grammatical! , del tesoro dei vocaboli , e
della favella di cui si valgono i ruslici. Pria certi peculiar! caratteri del nostro idioma
d' indagare la sua origine, é coito all'epoca preesisle^snro aH'arrivo degli elleni, e tut-
nella (piale scrivea 1' Alighieri, esserne qui tora o integri o varíati si conservasses, e
in uso due fra loro dislinle , benchè fia che con l'addiziono di forme, pronunzie e
loro congiuiite per i lepaini della comune voci grechc, puniche, arabe, franche, ibère
grammatica, e del común tesoro Jolle vo- si ô costituito il nostro altuale. Ad onta
ei. I.' una era quella che parliamo oggi , del buio della storia, della perplessita degli
Г altra quella che scrivianio ; e tanto Ги eruditi, si ê conquístalo il vero, única gente
ка quanto I' altra sino a nui sono perve- aver pupolato Italia dalle Al pí al maro ele
nute eon lievi iniitamenti : e quella insu isole adiaeonti (3). Queste mié credenre ,
lare appcllare possiamo , e questa che al dapprima íjuasi inspírate, quindi riconfei-
lí) ы. e^pressamenle di Federico o M^nfredi, non di Cario
(;?) E qui ."nu:i notare I*error« di taliini, frai p Roberto; perché i provenzali гррппгопо!^ anni
qiiali ê Г tstess» Pertieari DeifAmor patrio di Van- in Sicilia, né tí lasciarono orma¡ perche Napoli e
tp tap. TV, ¡I quale pone tu ¡Napldi с Pnl. rmo l.i Sicilia idP epoe;i ttu^ioina Turen duc regni divisí dal
tedia renie, mentre lutte le parti continental'* del Véspero; peché lo stesso Dante li separa nell'clen-
regno, incluso Г nnlicu ducat« di Nap'di, cr-u pr«- ro ile* i4. vnlgnri italí-ini, e dice che qoelli barba-
tinriя della шоп rriiin ieiliann; e Dante a to^Ite rizzano' perché í; or£o*rlio dei nap*dilani, ignoran-
re 0£ni duhhiezra seriöse: et (jvia regale solium zn degíi aliri ilali -ni, ed errore di tultí il valorli
erat Sicilia—Che dírpni di (i.V. Gravina giureeon- Cunfondere.
»ullo e dolliesiato GIo»of«, il quale nel rap. V I lib. 2. Kd ¿ qui il ltiogo op^ortunodi chiedere a Cesare
della liagitm poética, aeserisee сенег fioritn la lingua Baibo ove Ichsc, rPimde tr няе che in freneese porta
nostra, perché ail exempio dpi proi enzalt adopt*, rono Federico IT e tufa la sita corte siciliana^ pri
rnrono il volcare i d'dti italiani, e nelia nostra Ira- ma che vi *i poetaisp e sciivcsse in italiano ? (Som-
sfosero loruziatti eJogge f roven¿я/t, e puesta av- mario ec. lib. VI, CÑ 33). lo «jliene chic« perlettorл с
Venne per lo spïendore etl av OTi.rí, che el tí rice- Urque: or invito quanti possonn nver notiiia «Ii tan
Vf va netta corle da re di Л apoli (di caía ti*Ân- to novísima asseriione, a produrne i dorumenti —
gi-'t), dot'p a nupi tempi nella bocea deipiù mblin.i e Non forse P attinsu in CavteWetro, il quale sostiene
nttbili per ingegno сper natali la provençal J'avella ehe Federico e i poeli nostri suoi contemporanei seriö
regnava ... E percio m Xapol* piit che in ¡iltro sem in proveníale с nel dialetto siciliano?
luogiß ¿a letferatura volgare ti coltirava... Quindi V. in segnito Sohiarimenti a Custautinn Wi^ra.
Dan'efmula la lingua volgare, illustre in Sicilia, C¿) '(h hi« (Glü laphclb) dÍTÍta* sunt insular* gen
rioè riel regno di Aapo'i, t he dell" una e dclVal- tium in regionibus nui* , uiius(|iiis(pie secundum
tra Sîci'ia si anprtla, с poi segue impastando Fe liuguani sunra et familias suas in nntinnibu» suis—
derico П iinpcraloro го' Conti di »'rovenzn, Guido Lilwr i.enesis caput X, § 5. La Bibbia с la storia
Giudire, Pior délie Vigne e molli nllii italiani, eh« si delucidano a rieenda : ivi si leg-c: figUuol di
Tissero prima della dnminazione nngioina ? Che di Gi.ipeto fu Giano (Лапав), da cui паеquero btia*.
re? Solo e francamente casero tutto falso, perché In Tarso , Cetti e Dodnni ; da questi furono popolatc
Inicua preeiisleva agli «revi; perché costuro, non le isole с le terre che or tengono le genii (Ьа^пяЛ*
già gli angiuioi, la ingentilirono; perchó Dante parla dal Mediterráneo ) , « da ciascuno serondo La sua