Page 12 - Raccolta amplissima di canti popolari
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jpREFAZIONE








                                                . Sicilïn fu la mndre
                                          Delia lingua volcar cotante iu pregio.







                  i.                  trasmesso splendida e pura la parrasia luce
                                      d'una in allra generazione; luce che in noi
     DELI' INDOLE POETICA DE* SICILIAN  vivrà inestinguibile, e quanto il moto Ion-
                                      tana, qualunque avversita travagli la patria.
    Vera e natural cuna di poesía è l'orien-  Dafni su' giuoghi dell'Elna (2) alternara i
   tí;e benchè patrimonio ella si fosse di tut  versi buccolici alia melodía de' pastorali
   ti i popoli, perché ingénita facoltà dell'a-  strumenti, e quel Dafni rappresenta tutti i
   nima umana; si svolge e spande vivace ub-  rustici di ogni secólo. Nessuno contrasta ai
   bidendo alla benéfica influenza délia luce e  siciliani la invenzione delta poesia pastorali
   del calórico , e tarda all' incontro e reslia  non solo, ma si pure degli strumenti, il di
   fra le inclemenze meteorologiche, i geli e  cui suono a' canti sposavano (3). E come
   la nebbia. E mentre nella Siberia e nella  Stesicoro puö trovar somiglianza ne' poeti
   Lapponia l'umana natura intristiscee gerne  a sapienza educati in islagíone gentile, fra
   sepolta ne' sotterranei focolari, e al più  i quali Meli grandeggia; Dafni è il tipo dei
   mette gemiti e pianto (1) ; nella Grecia e  poeli popolari, fra' quali elevasi Pietro Ful-
   oeil' Italia tra le feste délia messe e dclla  lone. L'imereso fu sommo lirico, e tale che
   rendemmia, la vivifica azione del sole la  Dionigi di Alicarnasso lo antepose a Simo-
   ioanima, e le aure imbalsamate da' gelso-  nide e a Pindaro (4). e dall'arte guidato, in-
   mini e da' Cor d'arancio, suonano di can-  spiravasi alie filosofiche fonti; mentre l'et-
   ti giulivi. Perianto la poesia è più comuna  neo senza governo di leggi e senza dottfi-
   fra gli orientali: e tralasciando le altre na-  na, signíficava a' pastori le ingenue passio-
   zioni, la Sicilia dall'epoca délie più vétu  • g" oggetti dclla circostante natura ,
  sté Iradizioni sin'oggi, e finchó splenderà  l'avita religione, in versi non rado inadorni,
  questo sole, ha fatto e farà suo patrimonio  ma ricchi di verginale bellezza, come al
  il verso e la música. Non intertenendomi  Sresente costumano i nostri villiei, eredi
  de' canti délie persone educate alle lettere,  ella dafnica favilla. Perché le condizioni
  tna bensi degl'illeUerati, de' quali pubblico  fisiche e psicologiche, che crearono la poe
  i nomeri; è di essi che intendo parlare, e  sía rustica, sonó immutabili; perö in tutti
  «olo ad essi è consacrata la presente Rac-  i secoli il pensiero del popólo si è manife-
  wlta. Ed essi, come fiaccola eterna, hanno  stato ne' canti, vestendosi delle varíe favelle,
   (i) Herder pubbliei ne' Volkslieder t. i. p. 264  i buoi d'inyerno e di está pernottava presto l'Rt-
  1* еапхэпе di un lxppone e il canto di morte di  na—Tiraeo da Taormina, fram. 4 Versione di Ni
    ¿rodando: più che altro ion nenia delta natu  cola Spata. Palermo 1847.
  ra laogaente.                        (3) Mem. deU'AccaJ. dello Iseriiioni torn. 5 p.
   (1) In Sicilia era Dafni, fíglio di Mercurio, pe  85, e torn. 6, pag. 4¡>9, ove al proposito ¿ una
  rito neir uso dclla zampogna , e di forma eccel-  dissertasione di M. Uardion.
  Witc. Ei ricusaya di conversar con moltl; pascendo  (4) De priscis scriplorum censura, cap. II.
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