Page 124 - Raccolta amplissima di canti popolari
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L. VIGO A C. NIGRA                    121
   earopee ; qiiindi non polrà negare essere  loro, ch'eran costretli ad impararlo (Sez.
   iinicd la gruniinalica degl' ilaliani , quamlo  XII ). Ma questi idiomi sromparvero affitlo
   con presenta sol una delh• difToi mi caiat-  dalt' Italia? Era ció impossible. E»s¡ tutti
   lítbüthe ill alfabeto, coniiigazioni, natu  aveano nessi e rapport) fra di loro; diede-
   ra diTerbi, tem i. nomi, nnmeri, declina-  ro e ricevettero dal latino , e rimasero po-
   lioaí, casi, scrittura ec. che scorgiamo, e  polaii nella stessa Roma, come dagli stori-
   ií4ogi nolano nelle altre lingue , non  ci e da'coinir.i si conosce. E di essi io par
   in tmericane , africane o asia liehe ,  lo ripetutamente neí Prolegomeni ai CnnCt
   a solUnto dal Caucaso alia Vistola, al-  popnlari. perlochè se il mió benigno criti
   l'Ebrù, all' Amo, al Hi-no (I).  co Г una proposizione scinde dalle moite
    )oi ronosmmo bastantemente la geogra-  altre, invece di tulle connetterlc, come sonó
   :i etnográfica italiana, pero non ci riesce  nello sv.ilgimento delle mié idee , nun fa
   iiffi-ile seguiré la diffnsione del latino nel-  opera coscienziosa e fàlsa il vero.
   iJ peiiisola, e perché F. ui iel I'lia bene di-  Le tre senlenze critícate dall' A. dell'uni-
   •iiiimalo ed esposto, prego il mió benigno  cità del popólo itálico, della sua presente
   tiilico di rile¡.'gete quel suo favorito inve-  grammalica, e della diffnsione del latino, so-
   iligatore délie nostre autu-hità , e Irovera  no diversamente consentite dagli autori, che
   m in un volume ciù ch'è statu di passaggio  egli mi consiglia di consultare. In quesln,
   il me cennato in un periodo. B:isti qui ri-  come sempre ho ripetuto, per le origini del
   turd»re i celli italici aver dei prinii adol-  la lingua, cioè , noi procediamo fra le té
   ato il latino; cosí polersi alïennare dei li-  nèbre , che grandi luminari hanno tentato
   fa.'i; l'umbro si fuse da se nel latino; i ва  invano di diradare. Egli ha poca riverenza
   йи ai tempi di Varrone aveano sinesso il  per Micali; ma non io solo, Italia ed Euro
   tero primigenio linguagjjio; Tosco dieparve  pa da lui dissenlono: egli mi fa colpa d' ri
   j»ù tardi; I' etrusco lotlö a lungo, ma ces-  ver ricorso alie sue screditale e viele teorie ,
   * »IIa prepotenza delta metrópoli ; solo il  io mi dolgo di non averio potulo seguiré ad
   •> j fu ca?sato come politico, e rimase let-  orma ad orina, perch' io ai Sicilia, egli di
   torno dapprima , e finalmente solíanlo fa  tulla Italia oceupavasi. La di lui opera fu
   enare in qiialche luogo di Calabria , e di  accolta con entusiasmo e venerazione al di
   •Vilia. Non posso non trascriveic qui po-  qua delle Alpi ; i nostri eruditi ne adotta-
   t*í parole del Fauriel al proposito della  rono le teone, e nei maggiori Giornali ita-
  JtlTu-iione de! íjúio in Italia: ció avvenne,  liani, a cominciare dall'Anlologia, lelevaro-
  *:li dice , per la facilita che ebbe di assi-  no al cielo; fu norma a quanti dopo delta-
   xilaisi parecchi idionii diffusi su di una va  rono di quell' argumento, come puö veder-
   ri! parle del suolo italiano, e che non era-  si dalle letleie di Agostillo Peruzzi (-2), ove
  к seconde lui che dialetti piii o ineno Ti-  si ribadisce quanlo disse ¡I Micali, e com-
  «ni a quell" antica lingua che ho chiamato  provasi la lingua sicula diversificare dalla gre
  itálica, e che fu, secondo ogni apparenzn,  ca. Cosí si è continuait) mai sempre, e or
  q <*Ila delle popolazioni primitive d' Italia.  ora il Cantà antepone a tulle le altre quel
  Do dimoslrato altrove che ipiesti diversi  le scrèdilate e viele teorie. Ció basti per
  Juletli, e particularmente l'umhro , Tosco,  I' Italia , anzi è troppo. Andiamo al di là
  ilrolsi'o e il sabino, che ne furono i prin-  délie Alpi. Fra quante nazioni sono col à
  f)pali , come ne sono i piû coiiosciiiti , a-  disseminate, niuna épiù vanitosa della fran-
  'ein tutti lo stesso fondo di vocabulario e  cese, e più gelosa della gloria nostra; e men-
  Ь slesso sistema grammaticale. Da per tu t-  tre noi, meritevoli della nostra degradazio-
  to dmiqiie ove domi nava no questi ilialetti ,  nr, volgiamo in nostra favella ogni quisqui-
   il latino s'introdusse e si propago piultosto  glia gallica, per tacer d'altie nostre villa e
   цЫ idioma fraterno, che qual' idioma c.on-  lurpitudini; essa a buon diritto ci disprez-
   •iuisUtore , riuscendo facile ad esser com-  za , e quasi mai le opere nostre traduce.
   pnso, anzi essendo quasi compreso da co  Eppure non è cosi del Micali, non solo in
    di Se egK medesinio Ii appelln dialetti , с lo  Vocttbolarü delV Ania; Dkxika, Chiave delle /ín-
  *»5 tatli di unten lingua, come puù dubitare se n\t-  gve di Europa; с coti i niolti inglesi, italiani, te-
  Ьлпо o do unien grammatical Se cic\ ntn f-иче ,  deschi, amerirnni, francfsi ec. che forraann i qua-
  ^«erebbero di essere dialetli. Una legge grammati-  dri delle lingu", e tlellc grammat^ebe mondiali, e
  eJ* govern* i dialetti di ogni lingua Сип lù'vi ec-  vedrá se da Torino i Palermo possiamo атеге una,
  -*¿«i¡. Ootto eom' e^li è, nin gli diro di ron.?it/-  o più gramiuntiche quanti fídati in Dio e nella cru
  •&r, ma di risorrenirsi di De Bar, Haccolta di  ce Italinm sentamur patriar».
   tfehe'.i, Praneofortc , i5q6; Pallas , Vocabolario  (a) De"1 Siculi italicifont'atori di Ancana, Ferra
   'vxtyarotivo delle lingue- del globo; Hervas, Vo-  ra. i8'6 e i8»7.
   1*'*Ллпо poligloUo; Pnr, Paniografia¡ Ki.áPMOTB,
         Vieo, Opere — Canti Popnlari Siciliani — Vot II.       8*
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