Page 119 - Raccolta amplissima di canti popolari
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             Nigra conoscendo che dai nostri non fu scrit-  со ch'egli era (2). È innegabile esser flori-
             to in francese, vuole s' interpret! il segre-  to il Buti nel secólo XIV, perché già era
             to di Balbo , e intendasi aver egli voluto  professore nel 1384; e intanto il Fauriel lo
             dire provcnzale. E siccome io non sono  repulsa al secólo XV; ne a ció contento, ne
             punto stitico , gli consento la sostituzione,  adultera la testimonianza (3). Dante scrivea:
             anzi lo scanibio della parola ; ed essere
             stato nell'animo di Balbo provenzale, e so
             lo la penna per errore avere scrilto france  E quel che redi nell'nrco decliro
                                                      Guglielmo fu, cui quella terra plora ,
             se. E ció a che monta ? A nulla di nulla.
                                                      Che piange Carlo с Fedcrigo vivo,
             Gli concedo ancora aver potuto verseggiare
             o Federico, o qualche altro siciliano — l'i-
             storia pero tace — in lingua d' oc, in a-
             rabo, iu tedesco, in lingua d'otl, ed esser  Biiti comento « fu il Re Guglielmo giu-
             cio possibile per chi parlava e scrivoa tan  « sto e ragionevole: amava li sudditi, e te-
             te favelle, ma una delle cose che non cre  i neali in tanta расе , che si polea stima-
             do si è il canto                    (( re il vivere siciliano d' allora essere un
                                                 « vivere di Par/idiso terrestre , cioè ch'era
                                                 d liberalissimo a tutti , e proporzionatoro
                     Platz mi eavalterr /ranees,
                                                 « dei benefizii a virtù: e teneva questa re-
                      E la donna catalana,
                                                 « gola che se un uomo di corte catlivo о
                      E V onror del Ginoes,
                      E la cort de Castellana,   « mal parlante in sua corte era immante-
                                                 i nente conosciuto , per li maestri del Re
                                                 в era provveduto di don i e di robe, perché
             essere di Federico II imperalore , perché  « avesse cagione di partirsi. Se era tanto
             tutti gl' istorici concordemente lo allribiii-  « riconoscenle si partia; se non, li era da-
             scono a Federico I Barbarossa suo avolo,  « to comiato. Se era virtuoso, li si era si-
             il quale avendo ricevulo in Torino net  ü milinente donato, ma continuo il tenea-
             1154- Raimoiido Berangero cont« di Pro-  « no a speranza di maggior dono. In sua
             venza , circondato da trovatori e grandi  « corte si trovava d'ogiii gente perfezione,
             del di lui seguito, gli fea cortesía di quei  a bitoni dicilori in rima, ed eccellentissi-
             laidi versi, quasi a rivaleggiare con i pro-  < mi cantatori , e persone d' ogni sollazzo
             venzali (1). II Balbo ciö lesse in Fauriel ,  « virtuoso ed on esto »
             ma allorchè io incontro che uno slraniero,  Questo passo lucentissimo obbliga al si-
             senza addurre nuove, inconeusse, villorio-  lenzio quanti sono increduli. Fauriel ne
             se ragioni contradice gl'italiani, me ne ri-  peso la forza, с negar non potendolo , oso
             do, sia egli della Vistola, della Loira о del  travisarlo , sçrivendo : « tutto fa credere
             Danubio, e seguo sempre e preferisco l'au-  « che per errore del copista il nome di Gu
             torita del counazionale. II mió benigno cri  ll glielmo si fosse nel tratto indicate sosti-
             tico e seco lui il Balbo, inquesto doveano  « tuito a quello di Federico II. » Menlre il
             poco deferiré al Fauriel , il quale avea un  liuti non potea parlare dell'imperatore, poi-
             sistema preconcepito , e per negare ai si-  cln; Dante nel luogo citato commémora e
             ciliani il primate della poesia e della lin  pone in contrapposto la buona sigiioria di
             gua nuova, giunse dalla cattedra a falsare  Guglielmo con la mala delloZoppo e di Fe
             il Buti.                            derico d'Aragona, che vitupera, perché non
               É noto Francisco Buti aver dato in Pi  poté soccorrere i gliibellini. Quanti sono
             sa pubbliche lezioni sulla Divina Comuie-  interpreti della Divina Coinmedia dal tre
             dia , e averno lasciato un Comentario da  cento in qua, tutti unánimemente, ne altri-
             quel gagliardo e diligente letlerato e stori-  menti si puo , cosí han letto e compreso
               (i) L' iitetio Cantù t. 3. p. mi. ripelo il Bar  non del Buti; od io tí rispondoro: meglio per roe.
             barossa  птег poetato in bruno provenzale. Il solo  Sapcto ГЛпопашо aver nltinto d.tllo labbra dell'Ali-
             dei nostri re che poêlasse in provenzale, Го Fede  cbiori quanlo scrivea,  p  forse. quel comento esser
             rico il Semplice, il  quale comincio a rpgnorp. ne!  opern dei íigli anoi e ricavato dalla voce, e dagli
             жЗБ5 , в morí nel 1З77:  fn cgli nragonesc  e non  scritti pftlcrni, quando quell' altissimo volca comen
             svevo, del XIV e non del ХШ secólo.  tare so stessoí  Mo non solo quelP nntiehisöiuo , il
               (*) Maraucehelli Scrilt. ital. 1. i.e. IV. p. ЦбВ.  Lnndinolo conforma rifcremlo il fallo al ii»34 e Yel-
                 Fabbrucei, Calotera, Opuse, t. IV.  lulello gli si uniforma.  Di  Foseólo  non ilico, с •
                 Muralori, Foseólo, Crusca ее.   questo nuroi' non v'ó fronte che non s'inclliui.
               (S) Ma ai dira : quel comento à delP Anónimo ,
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