Page 120 - Raccolta amplissima di canti popolari
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queJJa terzina. II Fauriel non è da addebi- medesima. Almeno il Fauriel parlo sempre
üra d'ignoranza, e volle travolgérne il sen- in generale e d'Italia, e fu il Balbo che per
so deliberatamente: t%«, creare un equivo la corte palermitana segnö le due epoche e
co di nome. Vi-avolgere Г istoria, e un fatto la fe' tulla poetare in franéese, mentre qnei
iCU".uio al 1100 è da lui ricacciato e sti- nostri austeri eortegiani, guerrieri e pocti,
iiahiato al secólo XIV con una serie d'er- eontinuarono a poetare in volgare, como
гзмс illazioni da sgararne un casisla о un già da oltie due secoli i loro gloriosi padri
costumavano. Sonó oramai eetteeenl' anni,
A quesle fonli allingea Cesare Balbo con tutti gli Archivii abbiamo rifrustato in Si
mente o ¡Ilusa, о alla Sicilia e al vero ir- cilia, in Italia, e poésie provenzali non ne
ra|íonatamente ostile; mentre il fatto che i abbiamo tróvalo né di Pietro délie Vigne ,
siciliani precessero di piiisecolii continenta- né di Nina, né ili N. Jacopo, né di Arrigo
li, e che prima delta venuta de' Provenzali Testa, né di Oddo , né di Guido délie Co
qui si Ucea in rima, non è contéstalo dal lonne, né di Huggerone, né di [nghilfredi
sedo Buti, come puù leggersi nella Prefazio- ecc. Diez (i) iutende provare di essere la
oeii Canti Siciliani , nía altresl da quanto poesia italiana imitazione e copia della pro-
i ítalo da me esposto nel Comentario su venzale; o se parla dei piemontesi, de'loin-
Ciullo d'Alcamo, e nei Ricordi su Dante e la bardi e di qualche erótico, forse è ciü pro-
Sicilia. babile, al senso étnico vi si uni il caballe
A'oi abbiamo le tcstimonianze e le prove resco ; ma basta l'Alighieri a mostrare co
mjteriali della esistenza della prosa e della me e quanto il genio italiano non possa es
poesia al mille; ma senza di esse, qual'uo- sere pedissequo. Per Sicilia che dire? Essa
шо di buon senso poteva dubitarnc solo crédito e continuó Г influsso greco-latino ;
legenda le cronachc e i diplomi dal XI grandeggio con la sua monarchia, e finché
lineólo XIII ? i] nefla coi normanni e gli svevi si resse ,
•juindi tornando al Balbo, gggiungo ch'e- non appassi una fronda dei suoí allori ,
fli isserisce e non prova che tulla la cresciuti al sole di Grecia , non a quel di
f»rtí Sicilia mi di Federico 11 in una pri Provenza; ma in breve noi cessammo a lie-
ve tpoca poeto in frúncese, e in una secón- nevento , e gli Ultimi nostri aneliü furono
poeto e scrisse in italiano. Quanti son spenti sul palco di Corradino. II popólo si
r>»sut¡ e vivouo in Sicilia , ignoratio e le vendicö in liberta ; trent'anni di guerra , e
dee epoche distinte nettamente dal Balbo , governi stranieri ne prostrarono. Palermo
i ¡1 fatto da lui affermato. Né questo si cesse la palma alla sua sorella Firenze. Le
?bó determinare sto. icamente, senza plura bittere sono figlie delle condizioni civili. I
lité di document! di auno certo. Come si ro- provenzali erario giielfi e bardi dei papi ,
Rscia l'istoria, e si fa di bianco пего e di noi ghibellini e sempre fnlminati per secoli
«го bianco, con un Iratto di penna ? co- dalCanatema, con re naturalmente Legati a
3w se ne edifica una nuova e controditto- latere dei Pontefici; fra n«i quindi e i pro
ria alia precedents si-nza neppure un mini- venzali fu sempre lotta di principii e d'i-
аш appjgfno? II Balbo non cita venino; il dee , d'aspirazioni e d'oggelto. Cadeinmo :
Vijra cita Fauriel; ma citare un nostro con Bonevento e Tagliacozzo furono il nostro
temporáneo , ano scrittore del secólo XIX morlorio: sul camposanto si piange e non
p«r un fatto avvenuto al secólo XIII, cioè si alterca da chi ha cuore e anima italiana.
sa in settecent'anni prima che nascesse il Pntevano îre e venire Irovatori e giullari
Fauriel , та! nulla, o al più appoggíarsi provenzali nell'ospital reggia di quei miei
yli autori di coi qin'sti si è valiito. E quan magnanimi prinripi; ma sempre vi soggior-
ta costui non di prove, e vuole gli si pre- navano da stranieri ambulanli come le ban
;:i fede per la lealtá mostrata falsando il de dei presentí istrioni, ammirabili per salii
bnti , la costui citaziono si annulla da se e trilli, e d' oro e gemme ricolnii dali' in-
h) Delia poesía dei Trovatori Zwiohau o Cigneri yen ñgc. Paris, i853; Lc Grand: Observations sur
L'vionimo eomulli nil' istess* ora Arturo Di- les Trobadours ce. Ed a común gloria noli «г in-
i trovatort d°lla Fiandra ecc: Pariai, 18З9; dubitabile la priorili degl'italiani in qno«ti studii,
^ja-mard , РаЬгс d'Olirct, Millot , Giovanni Gal- e come Rcynouard abbia seguito i noslri^F. ftl.
1*tái Oeservaz-ioni titila poesía de'trovatorí r sulle BarbÍPri, autore dolía gramnintica o dol disionnrio
T*Bripali forrae di essa confróntate con te antiche provenzali, Onstelvclro le di ciii o ere eriliclie глс-
údiane, MoHena, Solinnl 1829. in 8. Uallnm VEu- c.ihc il Munt >i ¡ ; Tasjoni , Hcdi, Saltini ce. B.
delnutdio evo, trad: di M. Leoni, Lugnno i8<£o; Biondcl'i , conoseitore prnfondo di nottra lingua e
^iiftjrl Storm della letteratura anlicu e moderna. dello affiui, ba contiuuato la gloria dei uo»lri an-
^iaóiL Tableau di la letterature du Nord au тс- tiobi.