Page 84 - Sotto il velame
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           fonde con l'altra cristiana, che il Cristo ruppe le porte d'inferno .
           Ma la porta Virgiliana significa, col suo essere aperta sempre, che
           notte e giorno si può morire; e la porta Dantesca, per essere senza
           serrame, significa che sempre, da quando i serrami furono rotti,
           l'uomo può salvarsi.
              Eppure una porta aperta, se un senso ha da avere, parrebbe do-
           vesse aver questo, che chi vuole può entrare, e che ognuno può
           entrare; e quella dell'inferno, dunque, col suo essere aperta, che
           ognuno può andare all'inferno, se vuole. Ma no. Prima che i serra-
           mi cadessero, ognuno, volesse o no, morendo andava all'inferno;
           ognuno, anche i credenti nella futura incarnazione e passione di
           Dio. Questa necessità ruppe il Redentore, e subito liberò quei cre-
           denti e d'allora in poi tutti i credenti. Dunque la rottura della porta
           significa appunto lo infrangimento di quella necessità. Ma non è
           men vero che, se la necessità della morte è infranta, resta intera la
           possibilità di essa. Ora è questa possibilità simboleggiata anch'es-
           sa nella porta aperta? Non crederei. Se ciò fosse, poichè la possi-
           bilità della morte esisteva, e come, con la necessità, poichè prima
           della discesa del Cristo tutti gli uomini potevano dannarsi, tanto è
           vero che tutti si dannavano; se ciò fosse, la porta dell'inferno an-
           che prima della discesa del Cristo doveva essere aperta. E invece
           no, era serrata. Se i libri sacri dicono che Gesù ruppe quella porta,
           dicono che era chiusa. E il grande mitografo del misticismo e del-
           la scolastica, Dante, ci pone sotto l'occhio, come è suo costume,
           questo concetto che pure i libri sacri esprimono con un'imagine.
              In vero Dante quel primo dramma, della resistenza de' piovuti
           dal cielo al figlio di Dio, ce lo richiama con l'altro dramma, della
           loro resistenza a Virgilio e poi al Messo del cielo. Di ciò che allo-
           ra successe, egli ci dà notizia con quello che succede ora. Quello
           che qui vediamo, alla difensione della porta più segreta, Dante
           vuole che noi vediamo a quella della men segreta. Dice Virgi-



           188   Aen. VI 127: Noctes atque dies patet atri ianua Ditis.


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