Page 79 - Sotto il velame
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trio, come se non avesse ricevuto quel lume di grazia, che fa di-
           scernere il bene dal male. Questo lume, questa prudenza si infon-
           de col battesimo negli uomini, per non parlare qui degli angeli.
           Or quelli sciaurati è come se non fossero battezzati. E simile è la
           selva al vestibolo, e Dante nella selva era come un ignavo nel ve-
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           stibolo. Dunque era come non battezzato . Il suo uscir dal vesti-
           bolo, passando l'Acheronte, è come dunque il suo passar la selva:
           è riacquistare quel lume e quella libertà che il battesimo infonde.
              Ora il battesimo è appunto la morte mistica dell'anima . Noi
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           siamo battezzati nella morte di Gesù. E Gesù, per ciò che morì
           (sono parole di Paolo), morì al peccato; il che dichiara S. Agosti-
           no dicendo che non propriamente al peccato morì, ma alla carne
           cioè alla somiglianza del peccato . E noi perciò in lui, cioè nella
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           sua morte, cioè nel nostro battesimo, moriamo al peccato. E il
           peccato è la morte; dunque moriamo alla morte. Dante muore alla
           morte, cioè rinasce alla vita, perchè quella morte mistica è una
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           natività .

           176   Che il battesimo sia talora, e spesso, in vano, è concetto comune e natura-
              le. Dice, per esempio, S. Agostino (de bapt. contra Don. IV 21): «E non di-
              ciamo noi che i battezzati, dovunque e comunque battezzati, conseguono
              per ciò la grazia del battesimo; se per grazia del battesimo si intende la sa-
              lute istessa che si conferisce mediante la celebrazione del battesimo». E cfr.
              Dante, Par. XIX 106 segg. In ogni cerchio dell'inferno si trovano cristiani:
              nel vestibolo, solo cristiani ed angeli.
           177   Lo dice S. Ambrogio citato da S. Agostino (contra Iul. Pel. II 14): «Noi
              vediamo di qual fatta è la morte mistica». Ed ella è così fatta: «Beata è
              quella morte che ci toglie al peccato per riformarci a Dio». Si tratta del bat-
              tesimo, come ed esso dice e S. Agostino spiega: «Vedi in che modo quel-
              l'uomo venerabile ha significato che nel battesimo avviene dell'uomo una
              morte beata, nella quale si rimettono tutti i peccati?»
           178   S. Agostino, Ench. de Fide, Spe et Caritate, 13: «Si dice che morisse al
              peccato, perchè morì alla carne, cioè, alla somiglianza del peccato».
           179   Concetto che non ha bisogno di testimonianza. Dice S. Agostino, qua e là,
              che fu istituita una seconda natività, perchè la prima fu dannata; che, essen-
              dosi in Adamo dannata la generazione, si cerca in Cristo la rigenerazione;
              che l'acqua del battesimo è vulva matris etc.


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