Page 76 - Sotto il velame
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voci alte e fioche;
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qua la contentezza che si dimostra col canto :
Summae Deus clementiae nel seno
del grande ardore allora udii cantando...
e vidi spirti per la fiamma...
Son contenti nel foco: come dire cantano nel seno del grande ar-
dore, per la fiamma.
I primi dunque che, con la scorta di Virgilio, Dante vide, invo-
cano la morte, senza la quale non possono passare l'Acheronte.
Non possono, perchè l'Acheronte non si passa che da morti, ed
essi sono vivi. Vivi, sì, di cieca vita, ma vivi; non ben morti, di-
ciamo. Ma Dante passa; dunque ben muore.
Noi profondiamo nel miro gurge; e sentiamo il freddo e la ver-
tigine dell'abisso: Noi scendiamo nel cupo del pensiero Dantesco,
per la prima volta dopo sei secoli.
II.
Quella che le anime triste cogli angeli ignavi invocano, è la se-
conda morte: seconda, pur morte. Qual è questa seconda morte? E
quella, come dice S. Agostino , che tocca all'anima. «Sebbene
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veracemente l'anima sia detta immortale, pure ha una cotal sua
morte... La morte dell'anima è quando l'abbandona Dio, come del
corpo, quando lo abbandona l'anima...» E si chiama seconda, per-
chè segue, perchè è dopo la prima. Ora sì quelli che sono passati
oltre Acheronte e che abitano nei cerchi dell'inferno, sono morti
168 Purg. XXV 121 segg.
169 Aug. de civ. D. XIII 2.
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