Page 72 - Sotto il velame
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Di là d'Acheronte sono, nel vestibolo, spiriti che l'Acheronte
           non possono passare. Delle anime, Caron a queste accenna, a
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           quelle no :
                              gittansi di quel lito ad una ad una
                              per cenni, come augel per suo richiamo.

           E le anime paiono sì pronte di trapassare: ma molte di esse deb-
           bono invidiare il passaggio, senza ottenerlo. Sono queste gl'igna-
           vi, che discosto dalla ripa corrono e corrono dietro la insegna.
              Perchè son respinte o lasciate là? Caron ne dice la ragione an-
           che rispetto loro, quando respinge e lascia sulla ripa Dante:

                              E tu che se' costì anima viva,
                              pàrtiti da cotesti che son morti.

           Così dice al primo aspetto. Dante deve essere sceverato dai veri
           morti. Non può passar l'Acheronte, perchè è vivo. E vivi sono
           gl'ignavi. Essi non usarono mai della libertà del volere, e quindi
           vivi non furono mai. Ma come non furono mai vivi, così non sono
           ora nemmeno morti. In verità 162


                              questi non hanno speranza di morte,
                              e la lor cieca vita è tanto bassa
                              che invidiosi son d'ogni altra sorte.

           Se non hanno speranza di morte, non sono morti: di fatti la loro è
           vita, sebben cieca.
              Non erano vivi da vivi, non sono morti da morti. Perciò non
           possono passare, sebbene lo desiderino; perchè Caron li rifiute-
           rebbe, come rifiuta Dante. Condizione per passare è la morte. Or
           Dante passa. Dunque muore.

           161   Inf. III 116 segg.
           162   ib. 46 segg.


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