Page 69 - Sotto il velame
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Sì: un fuoco illumina il castello; gli spiriti magni sono in luogo
           luminoso; ma quel fuoco e quel lume è tenebra. Sono nel limbo
           gente di molto valore, gente onrevole, pieni d'onrata nominanza,
           altissimi poeti, poeti sovrani, signori dell'altissimo canto, savi, di
           grande autorità, spiriti magni, sapienti, maestri di color che san-
           no... Ebbene che fu lo splendore della loro intelligenza?

                              Lume non è, se non vien dal sereno;


           fu tenebra, e tenebra resta, e desio, senza frutto, di sole, di luce
           ben diversa del fuocherello umano che lascia tenebra dove pure
           risplende.
              Insomma sono rei d'un difetto sì quelli del vestibolo, sì quelli
           del limbo; del medesimo difetto: di nobile virtù. Ma in quelli del
           limbo, il difetto è totale; perciò sono entro l'inferno; in quelli del
           vestibolo è vituperevole; perciò sono tormentati. Chè quelli non
           ebbero battesimo, questi avuto il battesimo, non scelsero tra il
           bene e il male che dovevano discernere.
              Gli uni non ebbero affatto il lume, e gli altri l'ebbero e non l'u-
           sarono. I primi non videro e pure operarono; i secondi videro e
           non operarono. I primi peccarono nella vita contemplativa, i se-
           condi nell'attiva. Ora, poichè la vita contemplativa è migliore del-
           l'attiva, così un difetto o un disordine in quella è peggiore che un
           difetto o un disordine in questa. Ma, come dice Dante stesso ,
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           poichè in ogni cosa equità «per due ragioni si può perdere, o per
           non sapere qual essa sia, o per non volere quella seguitare»; la
           colpa di quelli del limbo essendo un non sapere, per quanto non
           del tutto involontario, e quella degli sciaurati del vestibolo, un del
           tutto volontario e inescusabile non volere; la prima è punita senza
           tormenti e senza ignominia, e la seconda sì, con martirii e con in-
           famia.
              E ripetiamo che questa colpa è la colpa umana o peccato origi-

           159   Conv. IV 9.


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