Page 65 - Sotto il velame
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solo il peccato toglie questa libertà. E il volere d'ogni uomo sa-
           rebbe libero, se non fosse il peccato ad incepparlo, e il volere d'un
           bambino appena nato sarebbe libero, se non fosse asservito dal
           peccato ch'egli trae seco dall'origine sua. E quelli che furono
           avanti il cristianesimo, avrebbero anch'essi avuta questa libertà di
           volere e perciò il modo di meritare. Dante ne porge un luminoso
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           esempio in Rifeo troiano .
                              Chi crederebbe giù nel mondo errante,
                              che Rifeo Troiano in questo tondo
                              fosse la quinta delle luci sante?


           Eppure si deve credere; perchè quell'anima uscì dal suo corpo,
           non gentile ma cristiana, «in ferma fede... dei passuri piedi» e cre-
           dette in Cristo venturo. Chi voleva, dunque, poteva; e tale pensie-
           ro è ragione del turbamento di Virgilio, quando parla dell'imper-
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           fezione naturale dell'ingegno pagano :
                              E desiar vedeste senza frutto
                              tai, che sarebbe lor desio quetato,
                              ch'eternalmente è dato lor per lutto.

                              Io dico d'Aristotile e di Plato
                              e di molti altri. E qui chinò la fronte;
                              e più non disse, e rimase turbato.


           Egli pensava che Aristotile e Plato e tanti altri, lui tra tanti, avreb-
           bero ora sazio quel desio di visione e di contemplazione, vedendo
           e contemplando Dio, se avessero voluto. Ma non vollero, e ora vi-
           vono in desio senza speranza. Non vollero; non adorarono Dio,
           debitamente cioè come era loro debito.
              Il loro difetto di fede non fu dunque involontario, quindi furo-


           146   Par. XX 67 e segg.
           147   Purg. III 40 e segg.


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