Page 47 - Sotto il velame
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di quei ch'apporta mane e lascia sera.


                              Tu, perchè non ti facci maraviglia,
                              pensa che in terra non è chi governi,
                              onde si svia l'umana famiglia.

              Noi dobbiamo intendere: La redenzione ha bensì liberato il vo-
           lere umano; ma è come libero non fosse: il fiore non lega e cade
           prima di divenir frutto. Subito dopo la puerizia, il volere ridiventa
           servo. L'adolescenza non ubbidisce più. Il lume di grazia si oscu-
           ra subito. E, non essendoci chi governi e insegni la strada, la
           umana famiglia svia. Così presso a poco Marco Lombardo . An-
                                                                    98
           ch'esso parla del libero volere, anch'esso del difetto di prudenza
           che è nell'adolescente, anch'esso della necessità conseguente di
           chi governi; anch'esso del mondo presente che disvia, come Bea-
           trice conclude con lo sviare dell'umana famiglia.
              Ora io dico che nelle parole di Beatrice lo oscuro terzetto,
           Così si fa la pelle, si riferisce, come già vide il Buti, alla luna, e al
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           lume di grazia, e alla prudenza . Raccolgo in vero dalla Som-
              100
           ma  che gli uomini cominciavano a computare dalla luna piena,
           sì che ella si poteva chiamare prima. E S. Tommaso, contro le ra-
           gionevoli dichiarazioni di S. Agostino, il quale diceva che la luna
           era sempre piena, riteneva che la luna «fu creata piena». Or mi
           sembra probabile che «nel primo aspetto» voglia appunto dire
           «nel suo principio» cioè quando è tonda. Il che è reso più che pro-
           babile dal modo con cui Dante qui circoscrive il sole: «quei che
           apporta mane e lascia sera». Chè in quel medesimo articolo si
           legge: «la luna, quando è perfetta, nasce di sera e cade a mane; e

           98   Purg. XVI 64 segg.
           99   «Così; ecco che dimostra che come si mutano per lo tempo le condizioni
              dell'animo; così anco le condizioni del corpo de la luna etc.».
           100   1a 70, 2. La quinta obbiezione suona così: Luna non praeest nocti, quando
              est plena [al. prima]. Probabile autem est, quod luna facta fuerit plena; sic
              enim homines incipiunt computare; ergo luna non est facta, ut praesit noc-
              ti.


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