Page 43 - Sotto il velame
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bo dei non battezzati, la selva della servitù nel tempo stesso che
Virgilio parlava di liberazione; così qui ricorda il sonno col quale
cominciò la sua notte di servitù e di tenebre. Nel limbo, la pru-
denza non era stata infusa col battesimo; nella selva, la prudenza
infusa col battesimo, non raggiando nell'atto, giaceva sonnolenta
nell'oscurità dell'abito. Si tratta di quasi medesimo effetto scen-
dente da quasi medesima causa: difetto di prudenza per via del
peccato originale non deterso o come se deterso non fosse.
Perchè, come il poeta fa dire a Beatrice ,
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ben fiorisce negli uomini il volere;
ma la pioggia continua converte
in bozzacchioni le susine vere:
il che non altro significa, se non che libera è bensì la volontà per
opera della redenzione; che il fiore c'è bensì, ma non lega, e cade
senza dar frutto, come se mai non sia stato.
VII.
Dante entrò nella selva, secondo esso dice nella Comedia, to-
sto che Beatrice mutò vita. Ci si ritrovò,
nel mezzo del cammin di nostra vita,
dieci anni dopo. La sua sete fu decenne. Dieci anni egli cercò
Beatrice dove non era. Questi anni sono una sola notte per lui, co-
minciata col sonno e finita col risveglio. Tuttavia, da un luogo
dell'Inferno e da un altro del Purgatorio, si rileverebbe che la not-
90 Par. XXVII 124 segg. Il passo è molto inesattamente interpretato; e si di-
chiarerà nel capitolo seguente. Si accosta alla buona interpretazione il da
Buti: «imperò che tutti li omini vogliano lo sommo bene, e nessuno può
fare che cognosciuto ch'elli l'à non lo voglia».
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