Page 44 - Sotto il velame
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te che passò con tanta pietà, fosse una delle notti nostre, da un
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tramonto a un'alba. Dante dice a Forese :
Di quella vita mi volse costui
che mi va innanzi, l'altr'ier, quando tonda
vi si mostrò la suora di colui
(e il sol mostrai)...
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E Virgilio in Malebolge dice al discepolo :
E già iernotte fu la luna tonda:
ben ten dee ricordar, chè non ti nocque
alcuna volta per la selva fonda.
Dobbiamo credere che Dante imaginasse una notte decenne il-
luminata dal plenilunio? Dobbiamo affermare che egli chiami
notte tutto il tempo passato nella selva, perchè v'entrò col sonno e
vi errò nell'oscurità; e che poi ragioni dell'ultima notte che vi pas-
sò, e dica che quest'ultima era illuminata dal plenilunio; sì che
egli potè ritrovarsi, nella selva?
Nè l'una nè l'altra cosa dobbiamo credere. Credere dobbiamo
questo: lo smarrimento e l'errore è nel poema stesso spiegato da
Beatrice, qual fosse. E Beatrice e Dante dicono che fu di dieci
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anni . Or quando il poeta afferma, che fu come una notte sola,
parla in modo diverso da quando ode parlare Virgilio e da quando
esso parla a Forese di luna tonda. Prima parla per metafora, poi
parla propriamente.
Il suo incontrarsi con Virgilio, dopo uscito dalla selva, è sì
imaginario, ma narrato per vero. Non è invece narrato per vero
che si smarrì pien di sonno e che assonnato visse una notte nel-
91 Purg. XXIII 118 segg.
92 Inf. XX 127.
93 Purg. XXXII 2.
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