Page 41 - Sotto il velame
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e fallo fora non fare a suo senno?
Virgilio fu lo strumento di Beatrice, e da Beatrice Dante ricono-
sce il bene che ebbe pur da Virgilio; e questo bene è la libertà, che
prima non aveva. Il qual difetto è pur raffigurato nella selva, la
cui mancanza di lume arreca servitù.
In vero le parole,
tu m'hai di servo tratto a libertate,
esprimono o i due punti estremi del cammino di Dante, la selva e
l'empireo, o i due punti estremi della missione di Virgilio, quando
gli apparve e quando lo lasciò. In tutti due i casi l'idea di servitù
si fonde nella imagine della selva; chè (per non parlare che del se-
condo caso) Virgilio apparve a Dante, quand'esso era ripinto dove
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il sol tace , cioè nell'oscurità, quand'esso rovinava in basso loco,
cioè nella valle, quand'esso ritornava a tanta noia, cioè nella selva
amara.
Dante era dunque come un non battezzato, finchè stette nella
selva e quando era per ritornarci: era servo e quasi morto. In fatti
quando poi, passato Acheronte; si trova nel limbo, tra le anime
dei non battezzati, prova, diremmo noi, come un'allucinazione.
Che è? che non è? dove si trova? ma è ancora nella selva? nella
selva oscura, simbolo del manco di lume, e perciò di libertà, e
quasi di vita e di battesimo? Virgilio gli ha confermato il fatto
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della discesa del possente, portatore di libertà. E Dante narra :
Non lasciavam l'andar, perch'ei dicessi,
dicesse di questa liberazione,
ma passavam la selva tuttavia...
85 Inf. 1 60; cfr. 2 e 14; 76; cfr. 7.
86 Inf. IV 64 segg.
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