Page 36 - Sotto il velame
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fuggire, e ami e desideri ciò che non è da desiderare e da amare;
non si dice ancora che vada oltre il desiderio e l'amore, non si
dice che faccia più e peggio che correr retro a quel picciol bene
di cui l'anima semplicetta sente sapore. L'anima «ogni casa che
da lungi vede, crede che sia l'albergo», ma, se altro non le manca
che la prudenza, se ella non è (per lasciar l'allegoria) intemperan-
te o peggio, non entra già in questo che crede «l'albergo»; sì «non
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trovando ciò essere, dirizza la credenza all'altra» . E così va e
viene, e si smarrisce sempre più, perchè in nessun luogo entra.
E quello di Dante fu certo difetto di prudenza. Chè esso dice
che fu «contra la costanzia de la ragione» quel desiderio del suo
cuore. Ora S. Tommaso appunto dice essere incostanza preferire
un bene minore a un bene maggiore, come tutti i rimproveri di
Beatrice, per quel che riguarda lo smarrimento, si assommano in
questo, ch'egli aveva preferito altrui a lei, e le agevolezze e gli
avanzi che si mostravano nella fronte degli altri al bene a cui lo
menavano i suoi disiri, e le presenti cose caduche alle assenti
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eterne, e lei stessa viva a lei stessa morta ; così la viltà del suo
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desiderio, che racconta nella Vita Nuova , si riduce a questo,
ch'egli si cominciò a dilettare troppo di vedere una «gentile donna
giovane e bella molto» e a preferirla all'altra «nobilissima» «glo-
riosa» «gentilissima». Ciò era l'incostanza della ragione, il che
pertiene, come ho detto, a imprudenza: preferire un bene minore,
la donna gentile, a un bene maggiore, la gentilissima Beatrice.
Ed esattamente è ancora esemplata nel trascorso di Dante, qua-
le è a lui rimproverato da Beatrice, l'altra definizione di S. Ago-
stino, il quale chiama la prudenza «un amore che per un certo suo
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fiuto (sagaciter)) sceglie ciò che aiuta da ciò che impedisce» .
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Chè la gentilissima dice :
68 Conv. IV 12.
69 Purg. XXX e XXXI passim.
70 V. N. XXXV-IX.
71 Summa l. c.
72 Purg. XXXI 22 segg.
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