Page 34 - Sotto il velame
P. 34

il mostrare varrebbe, se alli loro comandamenti non fosse obbe-
           diente; e però fu a questa età necessaria l'obbedienza». Non ai
           suoi maggiori, ma a Beatrice disubbidì Dante, quando l'anima sua
           ancora non discerneva; le disubbidì, dopo che per alcun tempo
           ella coi suoi occhi giovinetti l'avea menato in dritta parte volto, le
           disubbidì, quando ella lo rivocava in sogno o altrimenti. E neces-
           sariamente entrò ed errò nella selva, perchè, non avendo discre-
           zione, non poteva, senza obbedire a qualcuno, tenere il buon cam-
           mino.



                                          V.


              Ora questo manco di discrezione può condurre a ogni malizia
           sì il mondo sì un uomo in particolare; ma non importa già ogni
           malizia; anzi l'esclude. E non solo esclude ogni malizia, ma anco-
           ra ogni incontinenza. Che incontinenza è, secondo l'imagine e la
           definizione del Convivio, il non sottostare dell'appetito alla ragio-
                                                            60
           ne «la quale guida quello con freno e con isproni»  o, secondo la
           comedia, il sottomettere la ragione al talento . Ora, il difetto di
                                                        61
           discernimento potrà condurre a questo ricalcitrare e trascorrere, o
           a questa sommissione a rovescio ma non è propriamente questo e
           quello. Il che può essere manifesto dall'esempio che Dante stesso
           ci porta nella Vita Nuova del suo smarrimento quale narra nel
           Poema Sacro. Fu quello, dice Dante, un desiderio malvagio una
           vana intenzione, ed eccitò poi in lui pentito tale «raccendimento
           de' sospiri» e tanto «sollenato lagrimare», quale e quanto vediamo
           che in lui mossero poi le parole di Beatrice sul santo monte; ep-
           pure non si trattava che d'un «desiderio» a cui il cuore, cioè l'ani-
           mo o l'appetito «sì vilmente s'avea lasciato possedere alquanti die




           60   Conv. IV 26.
           61   Inf. v. 39.


                                          34
   29   30   31   32   33   34   35   36   37   38   39