Page 32 - Sotto il velame
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lo smarrimento nella selva, l'adolescente che non discerne anche
quando dovrebbe discernere e quando tuttavia per solito si vede
che non discerne. Ma se il fatto è solito e non mirabile, è pur sem-
pre degno di riprensione e di vergogna; e Dante col primo verso
del poema sacro esprime la sua confusione, e pare si vergogni che
esso, in particolare, aspettasse troppo più tempo che non si soglia:
nel mezzo del cammin di nostra vita!
Bene: questo manco di discrezione, o, come si dice ora, discer-
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nimento, che è? Dice Dante : «Lo più bello ramo che dalla radice
razionale consurga si è la discrezione. Chè, siccome dice Tomma-
so sopra al prologo dell'Etica, conoscere l'ordine d'una cosa ad al-
tra, è proprio atto di ragione; e questa è discrezione». Chi questo
ordine non conosce, è come pargolo; chè essi «non conoscono le
cose se non semplicemente di fuori, e la loro bontade, la quale a
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debito fine è ordinata, non veggiono» . Chi manca di discrezio-
ne, vive, a guisa di pargoli, «secondo senso e non secondo ragio-
ne», vive come se avesse la sola potenza sensitiva dell'anima.
Nell'adolescenza, così è: quel bello ramo non è ancora sorto o al-
meno non è ancora fiorito. Dante esprime questo pensiero qua e
là: due luoghi già riportai, e in tutti e due si ricorre all'imagine del
traviare. Leggiamo:
Se il mondo presente disvia,
in voi è la cagione.
. . . . . . . . . . .
Esce di mano a lui, che la vagheggia
prima che sia, a guisa di fanciulla
che piangendo e ridendo pargoleggia,
54 Conv. IV 8.
55 Vedi sopra.
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