Page 33 - Sotto il velame
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l'anima semplicetta che sa nulla,
salvo che, mossa da lieto fattore,
volentier torna a ciò che la trastulla.
Di picciol bene in pria sente sapore;
quivi s'inganna, e retro ad esso corre,
se guida o fren non torce suo amore.
Onde convenne legge per fren porre;
convenne rege aver, che discernesse
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della vera cittade almen la torre .
Ricordiamo ora qui che nel de Monarchia lo imperatore è di-
chiarato necessario, perchè «le volontà dei mortali, per via de' lu-
singhevoli diletti dell'adolescenza, hanno bisogno di chi le diri-
ga» . Per quel meraviglioso unificatore che è Dante, tutto il mon-
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do umano ha, in certo modo, un'anima sola, e quest'anima, finchè
ha sola la potenza sensitiva, deve avere chi discerna per lei, che
ancora non sa: il re, l'imperatore. Se no, ella s'inganna, e quest'in-
ganno fa disviare per sempre il mondo che diventa
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di malizia gravido e coperto .
E dell'anima in particolare de' singoli uomini, dice il medesi-
mo : «Dà... la buona natura a questa etade (l'adolescenza) quattro
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cose necessarie all'entrare nella città del ben vivere (la vera citta-
de). La prima si è obbedienza... È dunque da sapere, che siccome
quelli che mai non fosse stato in una città, non saprebbe tenere le
vie senza insegnamento di colui che l'ha usate, così l'adolescente
ch'entra nella selva erronea di questa vita, non saprebbe tenere il
buon cammino, se dalli suoi maggiori non gli fosse mostrato. Nè
56 Purg. XVI 82.
57 de Mon. I 17.
58 Purg. XVI 60.
59 Conv. IV 24.
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