Page 429 - Sotto il velame
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INDICE-SOMMARIO
LA SELVA OSCURA 1-48
I. Dante viene a dire d'essersi smarrito adolescente, non ostante che
adolescente non fosse: il suo fu uno smarrirsi proprio dell'adolescenza;
e anche il sonno è indizio d'essa, e le false imagini di bene sono le blan -
de dilettazioni proprie d'essa. - II. Fu un traviamento scusabile con l'età
e causato dalla semplicità del cuore (appetito), che s'ingannava; come si
vede dall'esempio della Vita Nuova: ciò, non ostante la gravità dei rim -
proveri di Beatrice. - III. La terribilità delle espressioni Dantesche si
spiega con raffronti del Convivio. - IV. L'oscurità della selva significa il
manco di discrezione proprio dei fanciulli; e l'anima non riparava que -
sto difetto con l'ubbidire. - V. Quel difetto è manco della virtù di pru-
denza, poichè incostanza fu quella di Dante. - VI. Si smarrì, non aven-
do la virtù che dirige; in una selva oscura, non avendo il lume; e amara
come la morte, perchè il difetto di quel lume equivale al peccato d'origi -
ne; ed è perciò anche servitù; e perciò il limbo è una selva anch'esso; e
v'è il sonno 1189 . - VII. Nella notte pietosa lo rimise in via la luna, che è
la prudenza senza la quale non è libertà d'arbitrio, come si conferma
dall'interpretazione di Par. 27, 124 segg. - VIII. Dante, dunque, traviò
per il difetto di prudenza, e si ritrovò per il racquisto di quella; e così
travia il genere umano, per il difetto di quella virtù che ha da essere del -
l'imperatore 1190 . Ma se nella selva non è alcuna virtù, non è nemmeno il
vizio: è il peccato originale, non l'attuale.
IL VESTIBOLO E IL LIMBO
1189 Si aggiunga che Dante dice d'essere stato cieco, allora. Purg. XXVI 58.
Vedi a pag. 285 nota 1.
1190 Cfr. a pag. 173 e cfr. Par. XIII 104.
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