Page 419 - Sotto il velame
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le. Vuol cancellarla, nel momento in cui ha cambiato il proposito
           di scrivere la mirabile visione che accenna nella Vita Nuova, e sta
           per dare, in altra forma ma con la medesima sostanza, il frutto de-
           gli studi che annunzia in quel capitolo stesso.
              Perchè il Convivio deve essere da noi guardato col medesimo
           occhio col quale il passeggere guarda al chiarore d'un baleno l'a-
           bisso sul cui orlo aveva il piede. Per il Convivio gli uomini ri-
           schiarono di non aver la Comedia! Il Convivio Dante sostituì al
           Poema Sacro! Il Convivio doveva essere, in altra forma ma con la
           medesima sostanza di dottrina, quel che fu il sacrato Poema! An-
           che nel lor fine secondario e personale, l'uno vuol ciò che l'altro.
           Se il Poema mirava a vincere la crudeltà che serrava il Poeta fuor
           dell'ovile, il Convivio doveva liberarlo dall'ingiusta pena «d'esilio
           e di povertà»; doveva rimarginare «la piaga della fortuna»; dove-
           va dare sosta e riposo «al peregrino» che andava «quasi mendi-
           cando»; doveva offrire un porto al «legno senza vele e senza go-
           verno, portato... dal vento secco». Doveva adempiere, in fine, il
           desiderio dell'esule, cacciato fuori dal «dolcissimo seno» della
           bellissima e famosissima figlia di Roma; doveva adempiere il suo
           desiderio di riposarvi l'animo stanco e terminarvi il tempo che gli
           era dato 1180 . E Dante esule e povero e peregrino e vile fatto nel co-
           spetto di molti, nell'imbandir questo Convivio, nel rinunziare alla
           visione in cui aveva a dire di Beatrice ciò che non fu detto d'alcu-
           no, provvedeva, con una sollecitudine a cui è cosa trista e pia
           pensare, provvedeva a purgar d'ogni macchia il suo primo ed uni-
           co amore. E così poteva affermare di non derogare dalla Vita
           Nuova, anzi di maggiormente giovarle. Egli in vero per una parte
           asseverava che non d'altra in terra era stato preso, che di quella
           che ora gloriava in cielo, e terminava «lo parlare di quella viva
           Beatrice beata», ragionando dell'immortalità dell'anima 1181 ; e per
           l'altra diceva pur sempre che da quella morta gentilissima era sta-


           1180   Conv. I 3.
           1181   Conv. II 9.


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