Page 404 - Sotto il velame
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Libertà va cercando, ch'è sì cara,
                              come sa chi per lei vita rifiuta.

                              Tu il sai, che non ti fu per lei amara
                              in Utica la morte.

           Quella libertà che Dante cerca e che acquista sulla cima del mon-
           te, fu cara massimamente al veglio solo che è alle falde. In questo
           nome santo di libertà, il veglio solo è legato alla giovane sola.
              Nè solo per questo. L'uno è, poichè ha la faccia irradiata dalle
           quattro luci sante, la vita attiva; la quale si conduce con l'esercizio
           delle quattro virtù cardinali. E così l'altra è pur questa vita attiva.
           Ma nel primo essa vita si trovò a contrastare con la difficultas in-
           sormontabile, creata dalla colpa umana; onde si arrestò e s'infran-
           se. Nell'altra, nessuna difficoltà; ma libertà e gioia. L'uno è tutto
           quel di giusto ch'uomo poteva essere prima della Redenzione; ma
           l'altra è la Giustizia originale. E se l'uno ha tutti i segni della no-
           biltà di «tutte etadi» 1142  (che non potrebbe avere se non fosse vec-
           chio); se ha il colmo delle quattro virtù; se è la «virtù» senz'altro;
           la giovane donna a quelle medesime quattro virtù presenta il via-
           tore purificato 1143 ; e in ciò è simile al veglio; ma queste quattro
           hanno poco di là le altre tre sante che Catone non si vestì 1144 . E fu
           senza vizio; ma l'altra è nel giardino dell'innocenza.

              der nel mondo l'amor di libertà, mostrò quanto valesse la libertà, quando
              preferì partirsi dalla vita libero, che rimaner in esso senza la libertà». A far-
              ne il balivo del Purgatorio fu poi condotto il Poeta certo anche dal Virgilia-
              no: His dantem iura Catonem (Aen. VIII 670), che consuona con questo
              luogo di Cicerone (De fin. IV 22, 61): «Nos cum te, M. Cato, studiosissi-
              mum philosophiae, iustissimum virum, optimum iudicem, religiosissimum
              testem audiremus...». Dal de Fine bonorum, Dante cita dopo due righe un
              luogo intorno ai Decii.
           1142   Conv. IV 28.
           1143   Purg. XXXI 103 segg.
           1144   ib. 111, VII 34 segg.


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