Page 401 - Sotto il velame
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bia la ragion del suo essere 1132 . Chè il suo nome sembra ad alcuno
           contenere grecamente l'idea di apprendere e quella di gioia. Or
           Dante, sapesse o non sapesse di greco, il significato della radice
           math lo sapeva o lo indovinava o lo travedeva nelle parole mathe-
           sis  e  mathematica. Mi fermano queste parole del Convivio  1133 :
           «per virtù di loro arti li Matematici...» E mi fermano quest'altre
           del Paradiso: «chi pesca per lo vero e non ha l'arte». Chè di questi
           inetti pescatori, tra altri, un esempio assai strano è portato, Brisso,
           il quale è ricordato da Aristotele come cercatore della quadratura
           del circolo 1134 . Mi parrebbe probabile che nella parola mathemati-
           ca o, vogliam piuttosto, nell'idea di mathematica, Dante suppo-
           nesse viva la parola e idea di «arte». Quanto alla seconda parte
           del nome, non vorrei affermare che Dante conoscesse il verbo el-
           domai. Piuttosto andrei a congetturare, mi sembra con verisimi-
           glianza, che, nel nome femminile di Matelda, Dante o supponesse
           o meglio inserisse a forza l'idea di Eden come ce n'è un poco il
           suono, o non poco, se si ricordano altre etimologie Dantesche.
           «Eden» egli trovava interpretato in S. Bernardo per voluptas 1135 . E
           così il nome di Matelda, nella sua mente, avrebbe sonato: Gioia
           nell'arte, arte tra la gioia. E luce può rendere a noi, come, per boc-
           ca di Matelda, a Dante, il salmo, Delectasti in operibus...


           1132   Fornaciari, Studii Danteschi, p. 171: «il suo nome sembra composto di due
              voci greche (µαθ da µανθάνω e ελδ da ελδοµαι, per le quali vien proprio ad
              esprimere amore del sapere».
           1133   Conv. IV 5.
           1134   Par. XIII 123, 125.
           1135   D. Bern. In festo omn. Sanct. Sermo V. In quel sermone è interpretato Egit-
              to per Tenebre, Israel per veggente Dio, che può aver giovato al Poeta per il
              Purg. II 46 segg. Ecco il passo dell'Eden: «Donde ciò se non perchè mi hai
              posto contrario a te? Tu sei la vera libertà, tu la vita, tu la gloria, tu la suffi-
              cienza, tu la beatitudine: io povero e miserabile, confuso e umiliato per
              ogni dove, morto per il peccato, venduto sotto il peccato. Infine tu perfetta
              e santa voluttà e riposo degli spiriti beati mi ponesti da principio contro l'E-
              den (che suona voluttà), nel travaglio invero e nell'affanno. E tuttavia dici:
              Convertitevi a me in tutto il vostro cuore».


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