Page 402 - Sotto il velame
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Ma un altro concetto combacia e consuona con tutta codesta
           mirabile poesia. Questo: «Perchè un uomo usi bene dell'arte che
           ha, si ricerca la buona volontà, che è perfezionata mediante la vir-
           tù morale». Questo: «L'artefice mediante la giustizia che fa retta
           la volontà, è inchinato a far opera fedele» 1136 . Nel fatto, e il nostro
           lungo studio e la piccola liquida fonte ci dicono che dopo un set-
           templice esercizio di virtù l'uomo giunge al possedimento di quel-
           la che le virtù morali assomma; della giustizia; la quale Dante
           avrebbe ottenuta se fosse salito, nel suo corto andare, sul bel
           monte, e ottiene, nell'altro viaggio, mettendo la testa dove Lucife-
           ro tien le zanche, e salendo su. Ma quando è salito a riveder le
           stelle, vede egli Lia? No: Lia gli appare in sogno, e Matelda gli si
           presenta in persona, sulla vetta del santo monte, e non alle falde.
           E l'una e l'altra differiscono dalla Lia della Scrittura e dalla Lia
           del Padre, in ciò che la Lia e Matelda di Dante hanno appunto il
           carattere contrario a quello che diede alla prima moglie di Gia-
           cobbe il suo significato mistico: si specchia l'una, e l'altra ha gli
           occhi luminosi. E si mostrano, ripeto, a Dante non dopo il primo
           settennato, ma dopo il secondo, poco prima di Beatrice. In ciò
           pare un gran divario con la fonte.
              Eppur no. Dopo il primo settennato, quando il viatore è uscito
           a veder le stelle, trova non una donna soletta o sola 1137 , sì «un ve-
           glio solo» 1138 : solo anch'esso. Questo essere solo del veglio e della
           donna, che appaiono l'uno alle falde e l'altra sulla cima del monte,
           l'uno dopo il primo settennato e l'altra dopo il secondo, risponde
           fedelmente alla dichiarazione che fa S. Agostino di Lia supposta
           a Rachele dopo i primi sette anni di servaggio, nella notte nuziale.
           Il Poeta par che dica: Non c'era quell'altra: il veglio era solo, la
           donna era sola. Così nella nostra fonte si legge: «Vorrebbe l'uomo
           giunger subito alle nozze della più bella; ma non è usanza che la


           1136   Summa 1a, 2ae 57, 3.
           1137   Purg. XXVIII 40, XXXI 92. Intenso è il significato di tal «solitudine».
           1138   Purg. I 31.


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