Page 408 - Sotto il velame
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di Virgilio a Matelda? Filosofia è l'amor della sapienza; lo studio
dell'arte, che è? Vediamo: due alunni ha Virgilio e tutti e due con-
duce a Matelda: l'uno è del mondo, per così dire, pagano o mondo
antico o latino; l'altro dell'evo cristiano o nuovo o volgare. Ebbe-
ne Virgilio, come studio in genere e come studio dell'opere Virgi-
liane in ispecie, condusse Stazio anche alla sapienza: oltre che al-
l'arte, anche alla sapienza. Ciò significa Stazio stesso dicendo 1152 :
fui, per te cristiano.
Invero Dante dice che «le Intelligenzie che sono in esilio della su-
perna patria... filosofare non possono» 1153 . Ciò dice delle Intelli-
genzie separate, ma si deve intendere delle menti anche unite al
corpo, ma non illuminate dalla fede. In esse può essere desiderio
e amore di sapienza; ma la sapienza non si fa amica della loro
anima, per quanto questa si sia studiata e si studii. Or dunque il
primo e necessario passo a filosofia è, per Dante, l'aver battesimo
e fede. Ebbene Stazio l'ebbe per lo studio che faceva di Virgilio, il
battesimo e la fede; l'ebbe, la luce, da quel lume che Virgilio por-
tava dietro sè; l'ebbe, l'ispirazione, dalle parole con cui Virgilio
profetava il Messia. Dunque a sapienza fu condotto Stazio da Vir-
gilio; ossia fu, per lui, cristiano e filosofo. Ora è ben ragionevole
credere che le parole che cominciano quel verso riportato più su,
Per te poeta fui,
esprimano l'esser condotto da Virgilio a quell'altro abito, a quel
dell'arte, a Matelda. E il secondo e maggior alunno di Virgilio,
non dice, in verità 1154 :
Tu se' solo colui da cui io tolsi
1152 Purg. XXII 73.
1153 Conv. III 13.
1154 Inf. I 86 seg.
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