Page 410 - Sotto il velame
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implorante in faccia alla ripulsa e ribellante in presenza della
morte. Invero dei tre momenti dell'anima, amore, desire e quiete,
narrerebbe, chi figurasse l'amor soddisfatto e beato, narrerebbe
non quel primo, ma l'ultimo: non l'amore, dunque. E così bene
Dante ha adombrato l'amor della sapienza in tale che vive in un
desio senza speranza. Ora questi, come vuole la natura sua, dimo-
ra sì avanti Matelda, l'arte, ma sparisce avanti Beatrice, la sapien-
za; e senza lui Dante sale all'Empireo. Nel fatto, quando l'amatore
è con l'amata, non c'è bisogno d'un simbolo per figurare il loro
amore. L'essere insieme e il guardarsi negli occhi è questo simbo-
lo.
Eppure anche lassù esso ha luogo; quando Beatrice riprende il
suo seggio nella candida rosa, allontanandosi da Dante: nell'empi-
reo: nel vero paradiso. Allora un «sene» si trova presso l'amatore,
che è lontano lontanissimo dall'amata. Esso è il Virgilio di lassù:
lo studio e l'amore dell'ineffabile verità. Ma quest'altro Virgilio è
con altra donna che Beatrice, nella relazione in cui il primo è con
essa. Il primo appena chiamato dalla donna beata e bella, la ri-
chiede di comandare, e udito il suo prego, dice che il suo coman-
damento gli aggrada e che vuol subito ubbidire 1157 . È donna essa,
cioè signora, e comanda; e Virgilio le ubbidisce: dunque è suo
«fedele», come Dante è fedele, cioè servo, di Lucia; come, in
fine, Bernardo è fedele di Maria, della Donna Gentile. Egli è,
com'esso dice, «il suo fedel Bernardo» 1158 . Ora ognun vede come
a questa Donna Gentile, vergine e madre, e figlia di suo figlio,
possano convenire le parole: «sposa dell'imperadore del cielo... e
non solamente sposa, ma suora e figlia dilettissima» 1159 . Chè, par-
lando grossamente, s'intende non solo come sia sposa e figlia di
Dio la vergine Nazarena, ma anche come sia sorella di Dio, chi è
figlia di lui come di lui è figlio Gesù. E non importa aggiungere
1157 Inf. II 54 segg.
1158 Par. XXXI 102.
1159 Conv. III 12.
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