Page 390 - Sotto il velame
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II.
VIRGILIO
Nel gorgoglio della piccola fonte ho inteso il nome misterioso
di Lucia. Lucia è «bianchezza di luce», Lucia è «Grazia». Ella è
la dolce madre che prende l'anima in collo, e le fa suggere il latte,
senza chiederle compenso, contristandosi se non c'è chi lo voglia.
Domandiamo alla fonte, che sa tante intime cose della mente di
Dante, se sa il nome del dolcissimo padre; e se questo è quello
che già andava per le bocche della gente, come quel della dolce
madre. E la fonte mi pispiglia quel nome di mistero. E quel nome
non era ancor andato per le bocche della gente, perchè sonava
soltanto nel chiocchiolìo appartato della fonte ignota. Quel nome
è «Studium».
«In quelli» dice la fonte umile e grande «in quelli che ardono
di grande amore per la translucida verità, non è da biasimare lo
studio, ma s'ha da rivocare ad ordine, in modo che cominci dalla
fede e con la bontà de' costumi si sforzi di giungere là dove aspi-
ra». Virgilio apparisce a Dante che già rovina in basso loco. Que-
sti ha avanti sè la lupa che raffigura e assomma tutta la malizia. E
Virgilio non crede che Dante possa riuscire a vincere codesta ma-
lizia e salire al colle. Al colle salirebbe Dante con l'esercizio delle
quattro virtù che assommano le virtù morali: con la bontà dei co-
stumi. Ma quelle e questa non basterebbero. La bestia lo uccide-
rebbe. Quindi gli propone altro viaggio. Questo viaggio è pur
sempre una guerra contro la medesima bestia che assomma le al-
tre due, contro Lucifero tricipite, di cui riescono, Dante e Virgilio,
vincitori, mettendo il capo ov'egli ha le gambe; o contro le tre fie-
re, contro la lonza gaietta in sè e trista negli effetti, contro il leone
violento, che è ira bestiale, e contro la lupa insaziabile, che è invi-
dia infernale e infernale superbia; o contro le tre Furie, che rap-
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