Page 389 - Sotto il velame
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dei morti. Va bene? Ma il bello e il grande di Dante non è nell'a-
ver fatto qui un discorsino ben concinnato, secondo e le regole
nell'oratoria e i dettami dell'amor che spira; sì è in tale sublime
etopeia dell'astratto, in tale precisa significazione d'un mito spiri-
tuale: La Grazia che rende grato. Nè meno mirabile è la traduzio-
ne in imagine dell'altro concetto teologico: La Grazia data gratis.
Abbiamo visto come esprime S. Agostino questa intima inspira-
zione divina, superiore, e di gran lunga, ai nostri meriti, per la
quale un pescatore diventa un apostolo, senz'altra manifesta sua
operazione che quella di lasciar fare. Oltre evidente, è assai soave
la sua espressione: la Grazia scende nel cuore, come il latte nella
bocca del pargolo, oh! gratuitamente davvero. Ma Dante ha più
larga imagine, cioè ne ha due, e non è meno soave nella seconda
delle due, come è più preciso nel complesso di entrambe. L'aquila
che scende come folgore ricorda la colomba e le lingue di fuoco
che fanno di pescatori apostoli: Gratia gratis data, che empie di
fervore e d'ebbrezza i cuori. Ma poi ci è Lucia che giunge presso
il dormiente. Dante dorme: come avrebbe potuto salire? Non solo
non moveva i passi, ma dormiva. E Lucia lo porta su, come una
madre il suo piccolo, e dice d'agevolarlo soltanto. Nel che è da
vedere un altro concetto teologico, che in noi anche la penitenza è
opera di Grazia; da noi, non ci sapremmo nemmeno pentire! Dio
ci perdona, se ci pentiamo; ma non ci pentiamo, se non ce lo da
lui, il pentire. Si può esser più buoni di così? si può dare più gra-
tis, quello che si dà?
Aggiungiamo che Lucia dipende da Maria che è misericordia e
«carità». Ella ha attinenza a un'altra virtù teologica, alla «speran-
za». Chè «sotto la Grazia è speranza, come timore sotto la
Legge» 1098 . La Giustizia pronunziava il suo giudizio. Maria lo
franse e chiamò Lucia. In tanto Dante perdeva «la speranza del-
l'altezza».
1098 Aur. Aug. 7 vol. 669 g.
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