Page 352 - Sotto il velame
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Ed al mondo mortal, quando tu riedi,
                              questo rapporta, sì che non presuma
                              a tanto segno più mover li piedi.

                              La mente che qui luce, in terra fuma.


           Così è dichiarato un limite alla scienza. E poi Pier Damiano parla
           della corruzione dei moderni pastori. E sembra questo discorso
           essere in proporzione a quello che tra il «fumo» fa Marco Lom-
           bardo, sulla reità del mondo. Benedetto parla delle badie fatte
           spelonche e delle cocolle fatte sacca. Marco Lombardo ha dichia-
           rata la malizia della strada del mondo, questi l'altra dell'altra: di
           quella di Dio 1002 .
              E nel cielo delle stelle fisse è la beatitudine dei misericordi e il
           dono della pietà, ed è l'opposto quindi dell'invidia. Dante vi si
           volge con gli eterni Gemelli, e così vede «l'aiuola che ci fa tanto
           feroci.» 1003  In verità l'occhio dell'invido «pur a terra mira» 1004 , e
           per quel mirare l'animo si fa feroce. Laggiù l'aiuola dell'invidia,
           quassù il dono della pietà e la beatitudine dei misericordi. Ad ac-
           certarne, potrebbe bastare quella comparazione dell'augello 1005 ,


                              posato al nido de' suoi dolci nati.

           Ma «ecco le schiere del trionfo di Cristo», o della misericordia di-
           vina, come si potrebbe dire: di quella «sapienza e possanza» 1006


                              ch'aprì le strade intra il cielo e la terra.




           1002   Par. XXI 127 segg. e XXII 73 segg.
           1003   Par. XXII 151 e segg.
           1004   Purg. XIV 150.
           1005   Par. XXIII 1 segg.
           1006   ib. 37 seg.


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