Page 338 - Sotto il velame
P. 338
sete, Dante ne è preso nel sentire il tremar del monte; ed è sete
naturale che mai non sazia (in ciò simile a quel che Dante afferma
935
della scienza oltre che delle ricchezze, nel Convivio) ; ed è sete
che si fa men digiuna con la speranza; e quanto ella è grande, tan-
to si gode del bene; finchè la sete si trova insieme con la giustizia,
936
nelle parole dell'angelo . Ebbene? E dov'è il consiglio? Prima di
tutto, la sete di cui si parla, e che è in relazione col sitiunt della
beatitudine, non è sete di giustizia. Di che? Di sapere! di sapere
alcunchè, onde confermare o riformare un qualche giudizio che
s'è avviati a fare. Invero si attenda.
Il papa avaro dà il consiglio della via; e questa via deve essere
937
a destra: consiglio di rettitudine . E Dante chiede al medesimo il
perchè della pena, e il papa spiega il perchè e dice quanto sia giu-
939
938
sto perchè . E Dante parla d'un «dritto rimorso» ; e l'avaro di
ciò lo corregge. E ad altro si volge, a chiedere altro perchè; e pur
940
questi lo corregge, questi che è re come quello fu papa . E nel
suo discorso Dante apprende a giudicar rettamente di Bonifazio,
che pur nell'inferno assevera simoniaco: ma simoniaco, quanto si
vuole, il papa, traditore e crudele fu verso lui il nuovo Pilato . E
941
poi si sente il tremuoto, e qui tutti e due i viatori restano immobili
e sospesi. Dubita Dante, ed ha intensa voglia di sapere, e sì incer-
to è esso avanti l'ombra di Stazio, e sì l'ombra di Stazio riguardo
lui; e così per le parole di Virgilio e per le parole di Stazio l'uno e
942
l'altro sono messi in grado di giudicare veracemente . Sì che
segg.
935 Conv. IV 12, «in luogo di saziamento e di refrigerio, danno e recano sete
di casso febricante...».
936 Purg. XX 145 segg. XXI 1 segg. 73 seg. XXII 4. E cfr. XX 3: «trassi del-
l'acqua non sazia la spugna».
937 Purg. XIX 79 segg.
938 ib. 118 segg.
939 ib. 132 segg.
940 Purg. XX 34 segg.
941 ib. 85 segg.
942 Purg. XXI 19 segg.
338