Page 333 - Sotto il velame
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tanto largamente in quella ne mette, quanto apparecchiata è a ri-
           ceverne. E perocchè da ineffabile carità vengono questi doni, e la
           divina carità sia appropriata allo Spirito Santo, quindi è che chia-
           mati sono Doni di Spirito Santo, li quali, secondo che li distingue
           Isaia profeta, sono sette, cioè, Sapienzia, Intelletto, Consiglio,
           Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio. Oh! buone biade! e buona
           e mirabile sementa!... Ov'è da sapere che il primo e più nobile
           rampollo che germogli di questo seme per essere fruttifero, si è
           l'appetito dell'animo, il quale in greco è chiamato  hormen... E
           però vuole Santo Agostino, e ancora Aristotele nel secondo del-
           l'Etica, che l'uomo s'ausi a ben fare e a rifrenare le sue passioni,
           acciocchè questo tallo, che detto è, per buona consuetudine indu-
           ri, e rifermisi nella sua rettitudine, sicchè possa fruttificare, e del
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           suo frutto uscire la dolcezza dell'umana felicità» .
              Ora si ricordi che nel purgatorio si purgano le macchie che le
           passioni lasciarono nell'appetito dell'animo; sicchè quelli che a
           mano a mano le mondano e riottengono «duro e rifermato» quel
           tallo, hanno poi la dolcezza, non più della caduca ma dell'eterna
           felicità. E quanto è probabile che quei candelabri che di lungi
           sembrano «arbori d'oro», siano di queste biade che germogliano!
              Si dirà: Le beatitudini equivalgono alle virtù opposte al vizio
           per il quale sono pronunziate. Sta bene. Un noto passo di S. Bo-
           naventura c'insegna quali sono queste virtù . Benissimo. Eppure,
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           se intendiamo che la povertà in ispirito sia umiltà e la misericor-
           dia sia carità e la placidezza sia lenità e la mundizia di cuore sia
           verginità o castità; intendiamo meno come la sete di giustizia sia
           povertà e la fame di giustizia sia sobrietà, e meno ancora, come il
           pianto,  beatificato  nella   cornice   dell'accidia,  sia   sollecitudine.
           Contro   la   tristizia   a   cui   si   riduce   l'accidia,   raccomandato   il
           pianto? Dovete essere giocondi, nell'aer dolce e nel sole: si dice


           918   Conv. IV 21.
           919   Speculum Beatae Virginis, IV. Prendo la citazione dal «Dizionario Dante-
              sco» del Poletto.


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