Page 337 - Sotto il velame
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col fuoco purgatoriale della lussuria, fuoco che affina il lussurioso
e monda il cuore e aguzza l'occhio alla visione; tra quel fumo, tra
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cui Dante è tratto in visioni estatiche ; a lui parla Marco Lom-
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bardo . Ebbene, costui «del mondo seppe». E invero insegna a
Dante che due sono le strade, quella del mondo e quella di Deo; e
dimostra perchè il mondo è cieco e perchè il mondo disvia. È
«scienza» codesta di Marco, perchè riguarda la ragion pratica e la
vita attiva. Ed è mirabile osservare come qui si ripeta dalla bocca
di costui l'imagine dell'anima che come un fanciullo va da picciol
bene a più grande. Chè l'imagine è del Convivio : «Onde vede-
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mo li parvoli desiderare massimamente un pomo... e poi... uno
uccellino, e poi... bello vestimento, e poi il cavallo, e poi una don-
na, e poi ricchezza non grande e poi più grande e poi più». Or
bene questo paragone è quivi indotto, parlandosi del desiderio di
«scienza». Ma ben altra è la parte della «scienza» in questa corni-
ce che purga l'ira! Non si parla che di «vedere» e d'«occhi» , in
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questo girone, in cui Dante entra «con le luci vaghe»!
Il consiglio è il dono o lo spirito che conduce la ragione pratica
a «giudicare» rettamente della verità. Corrisponde alla beatudine
dei sizienti: quindi è il dono contro l'avarizia. Ora, come nei canti
dell'ira è sempre parola di occhi e di vedere, così nei canti dell'a-
varizia è discorso come di sete, per la beatitudine, così di giusti-
zia, per il dono. Giustizia fa, con la speranza, men duri i soffriri;
giustizia merge a terra l'occhio degli avari; giustizia li tiene stret-
ti: e Dio che tutto «giuggia» deve far vendetta; e c'è chi fa ben
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malvage ammende; e c'è la «verace corte» di Dio . Quanto a
930 Purg. XV 85 segg.
931 Purg. XVI 46.
932 Conv. IV 12.
933 Purg. XV 84, 85, 87, 94, 106, 109, 118, 122, 125, 128, 130, 136, 139, 140,
145; XVI 6, 8, 10, 35, 41, 62, 66, 75, 95, 100, 107, etc.
934 Purg. XIX 77, 120, 123, XX 47 seg. 95 seg. 65, 67, 69; «giusta vendetta»
in XX 16. E accenna mestamente alla giustizia (corte) di Dio che lo «rilega
nell'eterno esilio» Virgilio ib. 17 e seg. E poi ib. 65, 83 seg. Infine XXII 4
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