Page 331 - Sotto il velame
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           messa la divina visione» . Vero è che un senso analogo a questa
           il dottore trova in quella che è veramente ultima nello Evangeli-
           sta: beati i pacifici; ma Dante ha interpretata codesta, non so se a
           modo suo o di altri, come equivalente a quella che ha omessa:
           Beati i miti o mansueti. Il fatto è che tra Beatrice e lui è il muro di
           fuoco, e Beatrice, raggiandogli con gli occhi, lo condurrà alla vi-
           sione di Dio. Per ciò Dante ha voluta ultima questa beatitudine
           che promette la visione. Egli riassume con essa i premi che nelle
           altre sono promessi variamente: veder Dio. E ciò conduce a pen-
           sare che le beatitudini egli concepisca come atti della vita attiva,
           per i quali l'uomo si faccia degno della contemplazione. Per con-
           templare, l'uomo deve essere povero in ispirito, misericorde, paci-
           fico, piangente, sitibondo di giustizia, esuriente quanto è giusto, e
           infine, e per concludere, di cuore mondo: mondo è l'occhio allora,
           e vedrà.
              Ora, secondo S. Agostino, contrari ai sette vizi o peccati sono
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           le sette virtù o doni dello Spirito santo . E il medesimo attribui-
           sce a questi doni di Isaia le beatitudini dell'Evangelo . Al che
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           acconsente il dottore d'Aquino, dicendo che «le beatitudini si di-
           stinguono dalle virtù e dai doni, non come abiti distinti da quelle
           e quelli, ma come atti si distinguono da abiti.» Sicchè di quei bea-
           ti di Dante, si avrebbe a supporre che avessero in abito un dono
           dello Spirito santo corrispondente alle singole beatitudini. E pon-
           go il quesito, perchè Dante, riducendo le beatitudini da otto a set-
           te (come aveva esempi), e specialmente facendo ultima la penulti-
           ma, e fondendo l'ultima dei pacifici nella seconda dei miti; e po-
           nendo in opposizione le sette beatitudini ai sette peccati, ai quali
           secondo S. Agostino sono opposti i doni dello Spirito; dà a dive-
           dere che ha certo pensato a qualche cosa di simile. Poi nella vi-
           sione della foresta sono sette candelabri, che sembrano questi


           910   ib. 4.
           911   In Summa 1a 2ae 68, 1.
           912   In Summa 1a 2ae 69, 1.


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