Page 302 - Sotto il velame
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veramente il Minotauro, come riconosce, per maggior ludibrio, il
suo insultatore:
chè questi non viene
ammaestrato dalla tua sorella.
Era dunque figlio di donna anch'esso; e questo riconoscimento è
col ricordo della sua sventura, alla quale partecipò chi non dove-
va. E Virgilio conclude:
Ma vassi per veder le vostre pene.
E questa è l'esultanza nel suo infortunio. Or bene a questa par-
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vipensio accenna Pier della Vigna :
L'animo mio, per disdegnoso gusto,
credendo col morir fuggir disdegno,
ingiusto fece me contro me giusto.
Ricordandoci che l'ira riflette il bene della giustizia; che l'ira ap-
petisce il male altrui sub ratione di giusta vendetta, che l'ira è per
rispetto a quelli rispetto ai quali è la giustizia e l'ingiustizia ; noi
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troveremo che in quel terzetto è con perfetta evidenza delineato il
concetto di ira. I dissipatori, abbiamo veduto come anche Seneca
faccia rei d'ira. La qual ira Dante significa col contrappasso. Chè
essi sono dilacerati a brano a brano dalle cagne che sono un'altra
forma delle arpie, al modo stesso che quelli dilacerarono le cose
loro .
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Ma nel terzo girone sono i violenti o bestiali contro Dio. Rei
d'ira anche questi? Sì: e solo con intendere la violenza o bestialità
per ira, si vede un nesso tra i peccatori del terzo e quelli degli altri
824 Inf. XIII 70 segg.
825 Summa, passim: 2a 2ae 153, 4; 1a 2ae 46, 6, 7; 47, 1 et al.
826 Vedi più sopra a pag. 344.
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