Page 300 - Sotto il velame
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che infliggere la pena e «spietati danni» non per giudizio di ragio-
           ne, ma per passione, è atto della volontà e non impeto solo del-
           l'appetito sensitivo. Ora è per lo meno probabile che egli quest'at-
           to chiamasse ira; come è ira il suo proprio contrario.



                                         VI.

                   E la chiama! Il Minotauro è detto «ira bestiale» .
                                                                815
                 Esso raffigura l'ira «mala» in tutte le sue gradazioni :
                                                                  816
                                  Quando vide noi sè stesso morse,
                              sì come quei cui l'ira dentro fiacca.

              Ha dunque l'ira del bizzarro che sè medesimo mordeva. Mor-
           deva sè per non potersi vendicare. L'ira lo fiaccava dentro. Così il
           Minotauro. Virgilio accende quest'ira. La bestia sembra un toro
           che si slacci. Vorrebbe offendere; ma non può per la ridondanza
           dell'ira stessa. Col fatto che l'ha accesa, Virgilio l'ha spenta. Ma
           l'ira che a principio era quella del bizzarro, all'ultimo è bestiale.
              De' Centauri Nesso ebbe ed ha la voglia sì tosta; e vorrebbe ti-
           rar l'arco da lontano, subito; e poi fe' di sè la vendetta egli stes-
             817
           so . Folo fu sì pien d'ira . Chirone, che non poteva essere taciu-
                                   818
           to tra i centauri de' quali è il più famoso, «nudrì Achille» . È un
                                                                   819
           ricordo dell'ira funesta? O Dante sapeva ancora che Chirone volle
           morire? I dannati che piangono nel bollor vermiglio gli spietati
                                                                        820
           danni, sono certo tali che non si guardarono dall'ira nel punire :

           815   Inf. XII 33.
           816   ib. 16 segg.
           817   ib. 63, 66, 69.
           818   ib. 72.
           819   ib. 71.
           820    De off.  I 25, 89: Cavenda tamen est maxime ira in puniendo, cum qua
              nemo tenebit mediocritatem.


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