Page 307 - Sotto il velame
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«Moltiplicherò le tue doglie e i tuoi concepimenti: nel dolore par-
           torirai i figli...». Ed è pena la libidine nella quale si genera; libidi-
           ne che non ci sarebbe stata, se non ci fosse stata la colpa. Solo la
           procreazione dei figli appartiene alla gloria del connubio e non
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           alla pena del peccato . Ebbene anche i sodomiti sono ribelli a
           una pena, e, come gli usurieri, percepiscono solo come segno del-
           la giustizia ciò che è pur prova della bontà di Dio; segno della
           pena, cioè della vendetta. Così, dunque, a Dio che dice, Morrai, e,
           Moltiplicherai, e, Lavorerai; si risponde, No.
              Questa è la nota comune nella reità del terzo girone; e con que-
           sta s'intende come colui che si lecca il naso, abbia parentela con
           l'eroe che assise Tebe. E la nota comune non si ricava solamente
           dalla menzione dello Genesi; ma da tutto il concepimento della
           Comedia. Chè lo inferno è corso tutto da quel fiume dei molti
           nomi che sgorga dal peccato originale; e Lucifero è in fondo, e
           nel penultimo cerchietto è il serpe infernale, cioè Lucifero dive-
           nuto Gerione, cioè la superbia diabolica divenuta invidia; e nel
           terzultimo cerchietto echeggia distintamente il primo dramma
           umano; e nei cerchi della incontinenza sono puniti i vizi delle
           parti dell'anima, cioè dell'ira e della libidine , le quali «nel para-
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           diso prima non erano viziose», e servivano invece di comandare.



                                         VII.


              Or questo «no» degli spregiatori di Dio e delle sue cose, è ira,
           il peccato d'ira. Tutti i motivi d'ira si riducono, abbiamo detto,
           alla parvipensio. Perchè questa operi, è necessaria l'illusione della
           propria grandezza. Dice il Dottore: «Quanto alcuno è più eccel-

           836   Aur. Aug. De civ. D. XIV 21, 22 e segg. Nelle parole di Iacopo Rusticucci
              «La fiera moglie etc.» è adombrata, secondo me, la ribellione della femmi-
              na stessa alla pena divina di partorire con dolore.
           837   De civ. D. XIV 19. Basterebbe questa citazione a far ricredenti gli avversa-
              ri che possano essere persuasi.


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