Page 293 - Sotto il velame
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segnato della stampa
nel suo aspetto di quel dritto zelo,
che misuratamente in core avvampa.
L'ira per zelum, la passione che genera la fortezza e perciò
propugna la giustizia, è ora in lui; non sempre fu, nè certo mai in
quell'alto grado eroico che fu in Enea il giusto. Ma il lungo tema
mi caccia. Basti ancora accennare l'analogia che è tra i sepolti
nell'arche e i sospesi tra la tenebra e non solo i principi della val-
letta ma anche gli scomunicati. Le due specie di peccatori dell'an-
tipurgatorio sono così trattate e disposte e colorite dal poeta, per-
chè da qualunque delle due si cominci, si trovi una rispondenza
con i due ordini dell'antinferno e dell'antidite. Ma la rispondenza
è a ogni modo più netta all'inverso. Nell'antinferno è prima la dif-
ficultas, seconda l'ignorantia, originali; nella antidite prima l'in-
firmitas, seconda l'ignorantia, attuali: nell'antipurgatorio, prima
quella che risponde all'ignoranza originale e attuale nella propor-
zione in cui sta uno scomunicato pentito a un miscredente e a un
non battezzato, seconda quella che risponde all'infermità o negli-
genza o viltà attuale nella proporzione in cui un Belacqua e anche
un principe negligente sta a un non mai vivo che corre e a un re
che grufola. Or è caso ed è scorso di penna quell'ordine delle pa-
role nella definizione dell'accidia che si purga nella quarta corni-
ce?
Se lento amore a lui veder vi tira
o a lui acquistar...
Primo è nominato il lento amore a vedere: quello degli scomuni-
cati; secondo, il lento amore ad acquistare: quello di Belacqua, di
Buonconte, di Nin gentile. E l'accidia della quarta cornice è negli-
genza, tepidezza, indugio. Nel purgatorio dunque è un antipurga-
torio e una quarta cornice che contengono il primo una ignoranza
e una infermità, la seconda una negligenza e un indugio a vedere
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