Page 292 - Sotto il velame
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sa, e in ciò somigliano più agli sciaurati che ai sospesi. I negli-
genti indugiarono fino alla fine i buoni sospiri, e in ciò ricordano
gl'ignavi che non osarono nemmeno sulla morte mettersi nel gran
passo, e nemmeno morti possono ora più varcarlo. Di più, nel
luogo a loro designato è anche una valletta amena; e questa, che
ricorda il nobile castello, ha la virtù di fare simili i principi negli-
genti agli spiriti magni. Quelli ebbero ogni valore, questi hanno
onrata nominanza, sono eroi, sapienti, poeti. Ma con le somi-
glianze ci sono le differenze. Basti che la tenebra è totale per
quelli del limbo, e che qui la tenebra notturna fa a mezzo con la
luce del sole; e che pur la tenebra del limbo non impedisce agli
eroi e ai poeti di errare per i due regni della concupiscenza, infer-
mità, malizia e ignoranza, poichè essi ebbero le quattro virtù op-
poste alle quattro piaghe; mentre la tenebra dell'antipurgatorio
impedisce l'andar su, se non il tornar giù. Ora perchè indugiano i
principi della valletta? Perchè, essendo cristiani e non avendo
perciò la difficultas e la tenebra originali, ed essendo principi, e
avendo però il posse quanti altri mai e quanti altri mai il dovere
della giustizia, furono nella loro giustizia ottenebrati alquanto da
quella cupiditas che qui si presenta sotto le forme sue primitive di
serpente. La loro giustizia possibile e facile e debita, ebbe «con-
trarietà nel velle», perchè la loro volontà non era sincera da ogni
cupidità, e perciò sebbene giustizia fosse in loro, tuttavia non c'e-
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ra «nello splendore di sua purezza» . Perciò sono tra i negligen-
ti. E perciò assomigliano ai fangosi e ai gran regi che staranno nel
brago: perchè quel po' di cupidità che altro è se non il residuo dei
due vizi collaterali alla fortezza? se non dismisura d'ira? dell'ira
che è cote della fortezza? che è necessaria a giustizia? Onde non
senza perchè, qui, dove la volontà è tutta volta al bene, Dante mo-
stra un Giudice 782
781 De Mon. I 13.
782 Purg. VIII 82 segg.
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