Page 284 - Sotto il velame
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quelli d'inferno è il «reato» e che in quelli di purgatorio è la
           «macchia»; e in quelli d'inferno è, oltre la conversione a un bene
           mutevole, anche l'aversione dal bene immutabile, e in quelli del
           purgatorio l'aversione o non fu mai o non è più, e non c'è se non
           conversione; come non concludere che questi peccati sono gli
           stessi e si chiamano con lo stesso nome?
              Invero coloro cui porta il vento, sono detti rei di lussuria o per-
           duti da amore; coloro cui batte la pioggia, sono puniti per la dan-
           nosa colpa della gola; coloro che s'incontran con sì aspre lingue
           furono tali che in loro l'avarizia mostrò il suo soperchio, sono e
           avari e prodighi rei di spendio «senza misura», come appunto
           quelli del purgatorio, in cui fu ora avarizia e ora troppo poco d'a-
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           varizia, la «dismisura» insomma . E come questi ultimi, così
           quei primi espiano nell'inferno e sanano nel purgatorio la stessa
           colpa, che là è piaga mortale e qua piaga che si ricuce. Dei tre
           peccati di concupiscenza la somiglianza è perfetta: sono lussuria,
           gola, avarizia con prodigalità nell'inferno e nel purgatorio. E gli
           altri quattro?
              Prima di tutto, ciò che mondano, poniamo, i peccatori delle tre
           prime cornici è sì lussuria gola e avarizia, ma non oltre il deside-
           rio; eppure il loro peccato ha lo stesso nome di quello che espiano
           con pena eterna i peccatori del secondo, terzo e quarto cerchio
           dell'inferno. Nulla impedisce quindi che anche ciò che purgano i
           peccatori delle ultime tre cornici abbia lo stesso nome del peccato
           che espiano i violenti, fraudolenti e traditori: o a dir meglio, che
           questo abbia il nome di quello, sebbene di quello non rimanga
           che il desiderio e la speranza, il desiderio e la tristizia, il desiderio
           e l'adontamento. Come il «desire» è dei peccati di lussuria, gola e
           avarizia il primo motivo, così dei peccati spirituali il primo moti-
           vo è quel desiderio unito a quella speranza o a quella tristizia o a
           quell'adontamento; desiderio che si chiama cupidità. Or sono que-


           767   Cfr. Inf. V 55, 63, 100 segg. e Purg. XVI 42; Inf. VI 53 e Purg. XXIV 128;
              Inf. VII 48, 42 e Purg. XIX 113, XXII 53, 32, 34, 35.


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