Page 280 - Sotto il velame
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Ora, è così semplice la macchia di quelli altri erranti d'amo-
re ?
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È chi per esser suo vicin soppresso
spera eccellenza, e sol per questo brama
ch'ei sia di sua grandezza in basso messo;
è chi podere, grazia, onore e fama
teme di perder perch'altri sormonti,
onde s'attrista sì che il contrario ama;
ed è chi per ingiuria par che adonti,
sì che si fa della vendetta ghiotto,
e tal convien che il male altrui impronti.
In questi peccati, oltre la brama, l'amore, la ghiottornia, che non è
del proprio bene direttamente, ma della soppressione, dell'abbas-
samento del prossimo e della vendetta su lui, è una speranza, un
timore e tristizia, un adontamento. L'adontamento o è un timor di
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turpitudine o una tristizia . Speranza, dunque, e timore che si
fa tristizia, sono in questi peccati che non sono in quei primi, ac-
compagnate con un desiderio che non è del proprio bene soltanto.
E questo sarà la cupidità. Ora diciamo subito che quelle sono pas-
sioni pur dell'appetito sensitivo . E diciamo, che non si purga
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nelle tre cornici, di questo triforme amore la quiete del desiderio
adempiuto, ma solo il desiderio stesso. E dunque la macchia ap-
757 Purg. XVII 115 segg.
758 Summa 1a 2ae 42, 4; 42, 3.
759 Summa 1a 2ae 46, 3; 3a 15, 9. L'ira è composta di tristizia e desiderio, non
come di parti, ma come di cause.
760 Summa 1a 2ae 26, 1. Vi è riportato questo passo di S. Agostino, de civ. D.:
Amor inhians habere quod amatur, cupiditas est; id autem habens eoque
fruens, laetitia; fugiens quod ei adversatur, timor est; idque si acciderit
sentiens, tristitia est. E Tommaso comenta: amor dicitur esse timor, gau-
dium, cupiditas et tristitia, non quidem essentialiter sed causaliter.
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