Page 275 - Sotto il velame
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za e indugio , che si purgano e mondano, come è detto a ogni
tratto; sì che al fine suona la voce, Beati mundo corde. Si tratta
d'una macchia, o, come è anche detto con molta somiglianza, d'u-
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na cicatrice e quasi d'un rammendo . Questa macchia o cicatrice
o caligine o schiuma, questo, insomma, residuo del peccato, è
così spiegato: «C'è come un tatto dell'anima, quand'ella si attacca,
mediante l'amore, ad alcune cose. Or quando pecca, aderisce ad
alcune cose contro il lume della ragione e della legge divina...
onde questo danno di lucentezza, proveniente da tale contatto, si
chiama, metaforicamente, macchia dell'anima» . Questo è il
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pensiero di Dante, che fa le colpe, cioè le macchie di queste ani-
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me derivare da amore , cioè da una conversione, non perciò da
malizia. Or poichè la conversione è più propria dei peccati carna-
li, così in certo modo tutta questa parte del purgatorio è carne;
tanto più che ombra dai dottori è sostituita, in tali metafore, a
macchia ; e ombra dice Dante quella della carne. E l'antipurga-
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torio è di anime che si rivolsero a Dio nell'ultimo della vita; e fu-
rono quindi sino allora averse da Dio; sì che sono simili a quei
peccatori dell'inferno nel cui peccato predominò l'aversione, ossia
ai peccatori di malizia. Quindi anche nel purgatorio si può riscon-
trare in certo modo questa divisione triplice: veleno, però caccia-
to; ombra della carne, che sta per isvanire, tenebra, ma al tutto fu-
gata.
Quanto alle tre disposizioni del peccato attuale, bisogna cer-
carle nel vero purgatorio, e non nel suo, per così dire, vestibolo, e
molto meno nella sua uscita luminosa; come nell'inferno non è
peccato attuale nel vestibolo e nel limbo. Nel vero purgatorio, che
ha sette cornici per sette peccati, c'è questa triplice disposizione?
C'è sì una triplice divisione; ma non combacia con quella. È di
737 Purg. XVII 85 seg. XVIII 107.
738 Purg. XXV 139.
739 Summa 1a 2ae 86, 1 e 2.
740 Purg. XVII 91 segg.
741 Summa 1a 2ae 86, 1 e 2.
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