Page 272 - Sotto il velame
P. 272
725
Dio; chè l'inferno è popolato di aversi .
Dante ha obbedito a S. Bernardo. Questi grida: «Entra nella
pietra, nasconditi nella fossa... All'anima ancora inferma ed inerte
si mostra la fossa della terra, dove si celi, finchè riprenda forza e
profitti, sì che possa da sè scavare i fori nella pietra, per entrare
726
nel più intimo del Verbo, con vigore e purità d'animo» . E Dante
s'è nascosto sotterra; il che vuol dire: egli contempla. Non basta:
egli non saprebbe portare ad altri il frutto della contemplazione
sua. Dice S. Bernardo che non suona la voce del contemplante, se
non scava il foro da sè. Da sè scavò il foro l'autore dell'Apocalis-
si, che s'immerse nei penetrali del Verbo. Da sè, colui che parlava
sapienza tra i perfetti, sapienza nascosta nel mistero; che giunse al
terzo cielo dove udì parole ineffabili che non gli fu lecito ripetere.
Ora Dante dichiara sè simile a questi due perchè egli afferma di
avere avuto nel cielo comando, non che licenza, di ridire le parole
727
della sua contemplazione. Pietro in persona lassù gli dice :
Apri la bocca,
e non asconder quel ch'io non ascondo!
In ciò è la singolar grandezza dell'assunto di Dante; in ciò è la
confessione della piena coscienza che egli ne aveva. La voce del-
la contemplazione sua non risonò soltanto nel segreto della sua
coscienza, come il gorgoglio del fiumicello che si ode e non si
vede; ma egli la gettò fra gli uomini e fece manifesta la sua visio-
ne . Egli dunque, secondo la mistica espressione di S. Bernardo,
728
725 In S. Bon. Summa VII, 3, 3, per posteriora s'intende anche «gli effetti». E
gli effetti (vedi Th. Summa 2a 2ae 180, 4) divini sono sì i giudizi sì i benefi-
zi.
726 Id. ib. 62. Le prime parole sono di Isaia 26.
727 Par. XXVII 65 seg.
728 Par. XVII 128. Riporto esattamente due passi del Sermone 62. Per «cavare
et in petra, puriori mentis acie opus est et vehementiori omnino intentione,
etiam et meritis potioribus sanctitatis. Et ad haec quis idoneus? Nempe». S.
Giovanni, S. Paolo e forse David: dice S. Bernardo. L'ispirazione che a
272