Page 266 - Sotto il velame
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Letè va al centro della terra per una ferita ch'esso fece. E mistica-
           mente l'Acheronte e il Letè sono lo stesso fiume; e Dante passa
           l'uno e l'altro con circostanze simili. Invero egli cade, là, come
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           l'uom cui sonno piglia; qua, cade vinto . Là, dopo il passo, trova
           le tre disposizioni che il ciel non vuole, che sono le quattro ferite,
           contro le quali sono le quattro virtù cardinali. E queste esercita,
           riacquista, passando sempre quel fiume unico ne' suoi ultimi tre
           aspetti, che equivalgono a quattro, di fiume tristo (per le due in-
           continenze) e fiume di fuoco (per la violenza) e fiume di gelo (per
           la frode). Dopo il passo di Acheronte egli ha insomma esercitate
           le quattro virtù cardinali. Qua, dopo il passo di Letè, trova «quat-
           tro belle» che, ninfe nella divina foresta e stelle nel cielo, sono le
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           quattro virtù cardinali .
              L'Acheronte è, per i corporalmente morti, la seconda morte:
           quella inflitta dal peccato in genere, dal peccato d'origine, dal
           peccato che è il peccato. Ma per i corporalmente vivi, il passarlo
           è morire a quella morte, a quel peccato. Dunque esso cambia in
           certo modo natura. In vero esso è per i vivi il Letè. Nel fatto il
           Letè cancella pur la memoria del peccato, cioè dei peccati singoli
           che sono tutti insieme virtualmente contenuti nel primo. Or qual
           nome cristiano potremo dare al Letè? All'Acheronte questo: mor-
           te, tenebra, peccato: peccato originale in lui stesso, peccato attua-
           le nel suo corso sotto altri nomi e con altri aspetti. A Letè, quale?
           Vi è una fonte che non mai potrà seccare: la misericordia, secon-
           do la quale, a testimonianza di S. Paolo, il Cristo ci fece salvi .
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           «Nostro fonte è il Cristo Signore, onde ci abbiamo a lavare, come
           è scritto: Colui che ci amò e ci lavò dai nostri peccati» . Or que-
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           sto fonte il contemplante di Chiaravalle dice che è uno dei quattro
           fonti del Paradiso terreno, il quale è Gesù. E dice ancora che in
           essi quattro fonti sono raffigurate le quattro ferite del Salvatore.

           711   Inf. III 133 segg.; Purg. XXXI 89 segg.
           712   Purg. XXXI 103 segg.
           713   D. Bern. In Nat. Dom. Sermo 1. Il luogo di S. Paolo è di ad Tit. 2.
           714   id. ib.


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