Page 261 - Sotto il velame
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Resta Lucifero o Dite, l'antidio, il quale ha tre faccie che rap-
           presentano, quella di mezzo l'amor del male o cupidità che equi-
           vale a volontà iniqua, la destra la potestà o possa o virtù o appeti-
           to sensitivo, come è, sebben metaphorice, nei diavoli, e la sinistra
           la sapienza del male, ossia l'intelletto depravato, ossia l'ignoranza.
           Il che è intuitivo a chi consideri la disposizione della Trinità,
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           quando nel mezzo è l'amore (cioè lo Spirito santo) come nesso .
           E si conferma con più ragioni. Prima: Cassio è detto membruto.
           Ragionevole, che la bocca in cui si trova, sia quella della «possa».
           Cassio era, come dice il Laneo, «lascivo e incontinente per la
           quale  impotenzia  si   lassò   vincere   al   peccato,   e   cadde   in   tal
           difetto». Ragionevole che la faccia, nella cui bocca egli è, sia
           «della incontinenza». E invero «quegli è lussurioso che ha colore
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           intra giallo e bianco» ; e bianca e gialla è quella faccia. Secon-
           da: Bruto è filosofo; e Dante sa, con fare che si storca e taccia,
           che è filosofo stoico. Ragionevole che la bocca in cui è, raffiguri
           l'intelletto volto al male. Terza: a destra si dice sedere il Figlio,
           perchè la destra significa «la potestà» di giudice. Per quanto qui
           si sprofondi in pieno mistero, pur s'intende che la destra è sempre
           del Padre ed è la potestà, e pur si dice che il Figlio siede alla de-
           stra, perchè ha ricevuto quella potestà di giudicante .
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              Sotto i piedi di Dante è questo principio del male, travolto.
           Dante ha vinto. Ha vinto la lupa. Dal basso loco e di dove il sol
           tace egli sale a veder le stelle. Il freddo mortale di Cocito è pur si-
           mile alla paura che provò là nella deserta piaggia! La vista di Lu-
           cifero che lo rende «gelato e fioco», è pur simile alla vista di



           694   Summa 1a 37, 1.
           695   Dalla Fisiognomia pubblicata da E. Teza. Bologna 1864. Devo la citazione
              al bravo Capelli. Quanto al «membruto», si vuole che Dante avesse in pen-
              siero i L. Cassi adipes Catilinaria, III 7, 16. Forse, non sapendo che era ma-
              gro, pur sapeva che era buon mangiatore e bevitore, onde gli prestò l'adipe
              dell'altro Cassio.
           696   Aur. Aug. Sermo ad cath. II 7 e altrove.


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