Page 264 - Sotto il velame
P. 264

In tanto è viatore e guerriero. Ma per quanto egli stesso ci dica
           che la sua guerra fu del cammino e della pietà, non sola pietà e ira
           noi troviamo nella sua passione; non soli codesta ira e il molle af-
           fetto   che   «la   censura   del   giudizio   possono   precipitare   o
                     706
           snervare» . Invero di pietà muore nel cerchio dei peccatori car-
           nali, di timore od orrore egli nè morì nè rimase vivo avanti Luci-
           fero. Il timore è da aggiungersi alla pietà e all'ira; all'ira animatri-
           ce della fortezza. E queste tre passioni hanno nel viaggio di Dante
           una parte, dirò così, mutuamente simmetrica. La viltà deve essere
           morta sull'ingresso; l'ira bestiale è spenta nell'entrare al primo
           cerchietto della malizia o ingiustizia; la pietà deve essere morta
           nel secondo cerchietto o Malebolge. Di pietà muore Dante nel
           cerchio primo dell'incontinenza; di fortezza deve armarsi prima di
           morire misticamente la terza volta nel fondo della Ghiaccia. Tutto
           ciò non è a caso; e noi ripetendo queste tre parole, fortezza, pietà,
                                                              707
           timore, ci accorgiamo che sono tre doni dello Spirito .



























           706   D. Bern. De cons. II.
           707   Isaia XI.


                                         264
   259   260   261   262   263   264   265   266   267   268   269