Page 260 - Sotto il velame
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Quest'ombra tricorpore, così vicina agli altri mostri che Dante
           aveva trasportati nel suo inferno, con quella designazione miste-
           riosa di ombra e con quella precisa determinazione di tricorpore,
           era singolarmente acconcia a figurare il simbolo che doveva suc-
           cedere ai centauri e alle arpie e alle cagne, e avere una natura in
           più sulle due di quelle. È lo stesso processo logico che osservam-
           mo in Caco, a cui il poeta aggiunge il serpente, trasportandolo dal
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           primo al secondo cerchietto . Ma Gerione, che egli trovava vici-
           no alle arpie e ai centauri, tre corpi o tre nature le aveva da sè,
           senza bisogno di altra giunta. E d'altra parte era uno de' vinti da
           Ercole, come Cerbero e come Caco: da Ercole, che è fatto in più
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           luoghi ombra pagana della sola ed eterna potestà .
              E le furie col Gorgon? Le tre formano, col Gorgon in comune,
           un essere solo triplice o trigemino, e raffigurano certo i tre peccati
           dei tre cerchietti: malizia con forza, malizia con frode, malizia
           con tradimento. Il Gorgon è l'indurimento e accecamento che se-
           gue ai peggiori peccati; sì che la conversione da essi a Dio è pur
           così difficile, come Dante mostra con la difficoltà di risalir la ro-
           vina della sesta bolgia e di arrampicarsi per i peli di Lucifero, e
           con la legge, che chi trade come Giuda, cade subito in inferno
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           come Lucifero  e ricetta, come Giuda, un diavolo nel suo corpo.
           Or le tre furie equivalgono al leone e alla lupa, se il leone figura
           la violenza e la lupa la frode; od alla lupa sola, se è vero che la
           lupa comprende anche il leone. E mirabilmente equivalgono; per-
           chè nella vista delle due fiere, e specialmente dell'ultima, è un
           Gorgon che fa disperare. E la lupa respinge l'uomo nel basso loco
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           e nella notte .

           690   Che quell'ombra tricorpore fosse Gerione, Dante o sapeva da Servio o sup-
              poneva da sè, comparando il 202 dell'VIII, dove è Gerione tergemino,
              come, poco lontano, al 293, sono i centauri bimembri e, al 194 e 297, Caco
              semihomo e semifero.
           691   Inf. IX 98 e XXVI 108, XXXI 123, oltre che in XXV 32.
           692   Inf. XXXIII 121 segg.
           693   Vedi Minerva oscura.


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