Page 262 - Sotto il velame
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           quella bestia, malvagia come Gerione ! E così ha prima attraver-
           sato il Flegetonte che è fervido come il leone, ed è guardato da
           centauri, come il leone, pronti al male. E prima ancora ha passato
           lo Stige, che è tristo, come trista ne' suoi effetti è la lonza. Ha pas-
           sato questi tre fiumi, asservendo all'uffizio di passatori i fantasmi
           stessi del male. E come è riuscito ad asservirli? Così: il passaggio
           dell'Acheronte gli dava il diritto di passare gli altri fiumi che non
           sono se non l'Acheronte con nome e aspetto e uffizio mutati. E
           come è giunto all'Acheronte? Dalla porta cui spalancò il Redento-
           re. E come agli altri fiumi? Da due rovine, prodotte dalla morte
           del Redentore. E la terza? Per essa è risalito, come è risalito per il
           corpo stesso del Lucifero.
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              È stata una guerra :
                                         la guerra
                              sì del cammino e sì della pietate.

           Egli si è configurato al Cristo. A sera, vespere, comincia la sua
           guerra. Ora il Cristo stette nel sepolcro un giorno e due notti: «dal
           vespro della sepoltura all'alba della risurrezione sono trenta sei
           ore» . Vadano i miei lettori a un profondo libro di Vaccheri e
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           Bertacchi  e leggano che Dante nell'inferno trascorse ore trenta-
           sei. E tralascio tutto quel che si può dire e si è detto intorno a que-
           sto «configurarsi». Dante muore spiritualmente al peccato, ad
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           esempio del Salvatore . Egli fa e sostiene, come esso, un'actio e
           una  passio. Noi dobbiamo travagliarci nell'agire e nel patire ;
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           com'esso che assunse appunto la carne perchè fosse «strumento
           della divinità, per il quale le sue passioni e azioni operarono nella

           697   Inf. I 97, XVII 30.
           698   Inf. II 4 seg.
           699   Summa 3a, 51, 4. Il passo è di S. Agostino.
           700   Cosmografia della Divina Commedia, Torino 1881. Pag. 234.
           701   Summa 3a, 50, 1.
           702   L'espressione è di Aur. Aug. Contra Faustum XXII 53.


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