Page 26 - Sotto il velame
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l'anima tua è da viltate offesa.


              Il magnanimo è Virgilio, l'altro ingombrato da viltà, come ca-
           vallo ombroso, è Dante. Direste voi che Dante sia pauroso per
           quel rifiuto che tenta fare? Si tratta d'un'impresa quale solo al più
           nobile degli eroi e al più privilegiato dei santi riuscì. Dante dubita
           che la sua virtù non sia assai possente: la sua virtù è stanca. Eppu-
           re il magnanimo continuando dice:


                              di questa tema a ciò che tu ti solve;

           e conclude:

                              perchè ardire e franchezza non hai?


              Il che mostra che l'idea di paura è connessa, per Dante, con
           viltà, anche quando viltà non è bassezza propriamente o ignomi-
           nia, ma l'opposto di magnanimità, che è quanto dire di nobiltà o
           gentilezza, cioè di quella «grazia» o «divina cosa» che fa quelli
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           che l'hanno, «quasi come Dei» .
              Ora nel verso

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                              che nel pensier rinnova la paura ,
           e nell'altro


                              allor fu la paura un poco queta ,
                                                         36
           si sottintende il concetto di viltà, come negli altri versi,

                              l'anima tua è da viltate offesa,

           34   Conv. IV 20.
           35   Inf. I 6.
           36   Inf. I 19.


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