Page 23 - Sotto il velame
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Beatrice; poi aveva sperimentata la vanità delle cose umane, con
           la morte di Beatrice; poi si era trovato a scegliere non tra due beni
           quasi equivalenti, ma tra Beatrice la gentilissima, salita da carne a
           spirito e più bella e virtuosa che mai, e altri beni, sirene, vanità,
           pargolette non degne certo di essere paragonate a Beatrice viva
           non che a Beatrice morta. Ora il peregrino del Convivio merita
           ben più scusa. In vero all'anima «perchè la sua conoscenza prima
           è imperfetta, per non essere sperta, nè dottrinata, piccioli beni le
           paiono grandi...» Ma la conoscenza di Dante era dottrinata e per
           gli abiti destri che già facevano prova in lui e per la luce di quelli
           occhi giovinetti; e per lo sparir d'essi oh! era anche sperta! Eppu-
           re piccioli beni a lui parevano grandi, poichè seguiva imagini di
           bene

                            che nulla promession rendono intera;


              poichè si lasciava chiamare a terra, come uccellino
              invano ammaestrato da un primo strale dell'uccellatore,
              da


                                     o pargoletta
                            o altra vanità con sì breve uso.


              Ma, pur con questi gravami, di cui l'ultimo è da Beatrice signi-
           ficato con l'ironico, Alza la barba! pur con questi, Dante non è
           detto (per ciò, almeno, che si riferisce alla selva e allo smarrimen-
           to) reo, sì ingannato. Ricordiamo :
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                              Ben ti dovevi, per lo primo strale
                              delle cose fallaci, levar suso
                              di retro a me che non era più tale.


                              Non ti dovean gravar le penne in giuso
           28   Purg. XXXI 55 segg.


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