Page 241 - Sotto il velame
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che al giudicio divin compassion porta?
                              Drizza la testa, drizza...

           E qui come nelle altre bolgie è Virgilio stesso che invita Dante a
           guardare e a compiacersi della vendetta di Dio; mentre all'ultimo
           lo rimprovera d'una «bassa voglia» nell'udire i due in quel piato
           volgare. Al duca Dante piace, quando e' canta quelle note al papa
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           simoniaco . Dopo avergli fatto vedere Iason che ritiene ancora
           aspetto reale e avergli raccontato di lui il bene e il male (l'esserci
           di lui il bene, oltre il male, ammorza il disprezzo), il duca vuole
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           che osservi ancora la sozza scapigliata fante ; e si offre a lui per
           interrogar questi e consiglia a lui di domandar quelli, con partico-
           lar cura, che diremmo quasi crudele. Quella volta, nella quarta
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           bolgia, Dante vedendo gli indovini così difformi, piangeva .

                              Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto
                              di tua lezione, or pensa per te stesso
                              com'io potea tener lo viso asciutto,

                              quando la nostra imagine da presso
                              vidi sì torta, che il pianto degli occhi
                              le natiche bagnava per lo fesso.

                              Certo i' piangea...

           E così la sua scorta lo rimbrotta. La pietà qui vive col morire.
              Abbiamo veduto che la pietà diminuisce via via e s'annulla, ri-
           spetto ai peccatori d'incontinenza a mano a mano che l'inconti-
           nenza offende, quasi inconsapevolmente, la giustizia, o alla giu-
           stizia, per la rea inerzia, non basta; e che, rispetto ai peccatori di
           violenza o bestialità, è più o men viva, secondo che nel peccato


           607   Inf. XVIII 121 segg.
           608   ib. 85 segg. 127 segg.
           609   Inf. XX 19 segg.


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